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Cure e farmaci

Fisioterapia ed empatia, che legame c’è?

27/03/2019

Fra paziente e medico l’empatia è una componente molto importante, non solo a livello di benessere psicologico. Un recente studio pubblicato da due fisioterapisti di Sydney e intitolato “The Therapist-Patient Relationship in Physical Rehabilitation” ha dimostrato quanto la fiducia e una buona relazione d’intesa tra fisioterapista e paziente giochi un ruolo chiave nell’influenzare un buon esito del trattamento e nel migliorare i risultati di un percorso riabilitativo. Abbiamo parlato di questi risultati con Marco Parente, fisioterapista del Servizio di Fisioterapia di Humanitas

 

Anche Humanitas supporta il rapporto empatico fra medico e paziente

L’importanza terapeutica di una relazione di tipo empatico fra medico e paziente non è solo provata empiricamente dal buon senso comune, ma è anche supportata da sempre più forti dati scientifici. Lo sanno bene i fisioterapisti di Humanitas, che nella presa in carico dei pazienti e durante l’intero percorso riabilitativo sono molto attenti a questo aspetto: “Sappiamo tutti bene come la fiducia del paziente verso chi lo cura aiuti il percorso terapeutico – ha spiegato Parente -: quello che non tutti sanno però è che questa “fiducia terapeutica” induce precise modificazioni biologiche talvolta simili a quelle innescate nei percorsi terapeutici”. Alcune ricerche recenti hanno mostrato infatti come l’incontro e la presenza rassicurante del fisioterapista diminuiscano la paura e l’ansia nel malato, grazie a una migliore produzione di endorfine.

Le endorfine e i gruppi per i pazienti

In Humanitas, tra le attività quotidiane svolte dai fisioterapisti ci sono anche i gruppi educazionali nei quali vengono coinvolti i pazienti candidati ad interventi chirurgici ortopedici. Lo scopo? Illustrare loro le varie fasi della degenza, rendendoli partecipi del percorso di cura.

“Vanno in questa direzione anche gli studi condotti sull’effetto placebo, quello che tutti erroneamente conosciamo come appellativo per indicare qualcosa che non funziona, o meglio che funziona solo perché ci si convince che funzioni – ha continuato Parente -. In realtà, ora sappiamo che anche fidarsi della cura che viene somministrata contribuisce a modificare variabili fisiologiche sinergiche ai meccanismi implicati nei processi di cura e, come affermano i ricercatori di Sidney, questa condizione attribuisce alla relazione fisioterapista-paziente parte dei risultati dell’intervento riabilitativo”.

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