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Reumatologia e immunologia

Fibromialgia: cos’è, come si manifesta, come si cura

17/10/2020

La fibromialgia è una patologia cronica, che si manifesta attraverso un dolore diffuso in tutto il corpo e che si caratterizza per il suo essere difficilmente riconoscibile (per questo viene anche definita “malattia invisibile“).

I sintomi, uniti alla difficoltà nel diagnosticare la malattia, sono associati a disturbi dell’umore e un generale peggioramento nel benessere percepito. Esistono però delle terapie e dei cambiamenti nello stile di vita che permettono di convivere meglio con questa patologia.

Ne parliamo con il professor Carlo Selmi, responsabile di Reumatologia e Immunologia Clinica di Humanitas e docente di Humanitas University.

Cos’è la fibromialgia?

La fibromialgia, chiamata anche sindrome fibromialgica, è la causa principale di sindrome dolorosa diffusa, una condizione di tipo cronico associata a molti altri sintomi. Al momento della visita, il dolore si acuisce se viene esercitata della pressione su punti specifici e può anche rendere difficoltosi i movimenti di chi ne soffre.

La fibromialgia è una malattia che colpisce tra il 2 e il 4% della popolazione. La maggioranza delle persone che ne soffrono sono donne con un’età compresa tra i 40 e i 50 anni. Chi è affetto da questa patologia ottiene risultati negativi ai test diagnostici e strumentali proposti dallo specialista per indagare sull’origine del dolore aumentando la frustrazione della ricerca di una diagnosi. 

Non si conoscono ancora le cause del manifestarsi della fibromialgia. Al momento gli esperti ritengono che possa insorgere a causa di una concomitanza di fattori genetici, infettivi, ormonali e anche in seguito a traumi fisici e psicologici.

Come si manifesta?

Il sintomo principale della fibromialgia è il dolore diffuso in tutto il corpo, che però può essere associato ad altri sintomi come astenia, riposo notturno insoddisfacente, cefalea più spesso con caratteristiche tensive, disturbi intestinali come da sindrome dell’intestino irritabile (stitichezza alternata a diarrea), difficoltà di concentrazione e sensazione di mani e piedi gonfi. Al manifestarsi di questa sintomatologia, chi ne soffre se sottoposto a un’indagine medica non riporta danni ad articolazioni, muscoli o organi.

La fibromialgia può comparire in modo graduale, peggiorando con il passare del tempo, oppure può insorgere dopo un evento scatenante, come possono essere un trauma fisico, un’infezione o uno stress psicologico.

Affinché lo specialista possa diagnosticare la fibromialgia dovrà prima accertarsi che i sintomi non siano associati ad altre patologie, anche attraverso degli esami del sangue che valutino il quadro autoimmune. La difficoltà nell’individuazione di una causa per questi sintomi può associarsi e peggiorare ansia e depressione, disturbi che a loro volta possono contribuire al peggioramento del dolore cronico.

Come si cura la fibromialgia?

Al momento non esiste una terapia risolutiva per la fibromialgia. Le cure che lo specialista può valutare di prescrivere servono a tenere sotto controllo il dolore e gli altri sintomi correlati. Ad esempio dopo un’analisi del quadro clinico il medico potrebbe proporre una terapia a base di farmaci che regolano l’attività dei neurotrasmettitori, ovvero quelle sostanze che controllano la percezione del dolore nel sistema nervoso centrale. 

Anche tramite la cura della propria alimentazione è possibile intervenire sull’intensità dei dolori causati dalla fibromialgia: in particolare è stato riscontrato che il calo di peso attraverso una maggiore attività fisica migliora nettamente i sintomi. 

Un cambiamento dello stile di vita che risulti in una riduzione dello stress psicologico, che come abbiamo visto può essere anche la causa dell’insorgere di questa patologia, è tra i fattori da prendere in considerazione per alleviare i sintomi della fibromialgia. In molti casi è necessario utilizzare farmaci anti-depressivi o stabilizzatori dell’umore. 

È comunque consigliabile che la persona affetta da sindrome fibromialgica si sottoponga a controlli con lo specialista, in questo caso un reumatologo, in modo da ricevere informazioni aggiornate sulla malattia, e al fine di impostare un programma educativo che aiuti il paziente a gestire il dolore e lo stress, così da poter vivere questa condizione con maggiore serenità.

 

 

 

 

 

 

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