Reumatologia e immunologia

Malattie reumatiche, conosci i diversi fattori di rischio?

Argomenti

Dal fumo al dna, l’artrite può derivare da tante cause. A tipi diversi di malattie reumatiche corrispondono fattori di rischio diversi, da cui è bene guardarsi per cercare di mettere in salvo la propria salute. Il genere femminile, il fumo di sigarette e la scarsa attenzione per l’igiene orale, ad esempio, aumentano il rischio di ammalarsi di artrite reumatoide, mentre la familiarità e la stimolazione alle articolazioni aumentano la probabilità di sviluppare la spondilite anchilosante. Ne abbiamo parlato con il professor Carlo Selmi, responsabile di Reumatologia dell’Istituto Clinico Humanitas e docente dell’Università degli Studi di Milano.

 

Essere donna aumenta il rischio di artrite

Per l’artrite reumatoide, malattia infiammatoria cronica su base autoimmune che colpisce le articolazioni ma da considerare sistemica, il fattore genetico è fondamentale.

Tanto per iniziare, essere donna aumenta di 4 volte il rischio: non a caso l’80% dei pazienti è di sesso femminile. Esaminando inoltre la presenza di malattia in gemelli monozigoti si è visto che avere familiarità con la malattia pesa per circa il 25%. Il terzo fattore di rischio, infine, sono le sigarette: “Fumare induce il processo di citrullinazione, ovvero la modifica di un aminoacido all’interno di una catena di proteine e che, a sua volta può indurre una risposta immunitaria contro le proteine presenti nelle articolazioni, scatenando la malattia nei soggetti predisposti”. Altro fattore di rischio è la scarsa igiene orale: la presenza di carie e l’infiammazione cronica delle gengive, infatti, aumentano lo stato infiammatorio nel corpo a causa della prolificazione di batteri che possono scatenare autoimmunità

 

La spondilite anchilosante è genetica

La spondilite anchilosante, caratterizzata da un dolore alla colonna vertebrale che peggiora con il riposo, non è invece collegata all’essere donna. Il principale fattore di rischio è di tipo genetico: il 90% dei pazienti con spondilite infatti presenta il gene HLA B27 ereditato dai familiari. “La presenza di questo gene – sottolinea l’esperto – non implica di per sé esser condannati ad ammalarsi ma la sua positività aumenta il rischio. Inoltre esserci un collegamento con l’infiammazione intestinale dovuta a cambiamenti della flora batterica. Esiste poi una componente di tipo biomeccanico, cioè dovuto alle sollecitazioni delle articolazioni”. Per entrambe le malattie infine, il sovrappeso ‘pesa’ doppiamente. “Non solo rende la malattia più aggressiva – conclude l’esperto – ma determina anche una minore capacità di risposta dell’organismo alle terapie”.