Tanti sport, dal basket alla pallavolo alla ginnastica artistica, hanno in comune un gesto atletico: saltare. Chi lo fa frequentemente, in particolari condizioni, mette sotto stress le proprie ginocchia e potrebbe fare i conti con la tendinopatia del rotuleo, ovvero la lesione del tendine che collega la rotula alla tibia: «Tra i professionisti l’incidenza di questo disturbo può arrivare anche al 20%», ricorda il dottor Andrea Bruno, ortopedico e traumatologo di Humanitas.
Questo disturbo che insidia soprattutto gli sportivi è infatti noto proprio come ginocchio del saltatore: lo stress che si esercita saltando ripetutamente, nel lungo periodo danneggia il tendine rotuleo: «Se l’organismo non è in grado di riparare questi micro-traumi allora sorge il dolore e bisogna fermarsi. Oltre all’intensità dell’allenamento è importante il tipo di terreno su cui si atterra. Una superficie rigida aumenta infatti le probabilità di insorgenza della tendinopatia».
Il dolore è il sintomo tipico del ginocchio del saltatore
Quando si compiono gesti che prevedono l’estensione del ginocchio, saltare, appunto, ma anche calciare, si può avvertire un fastidio che può intensificarsi nel corso della pratica dell’attività fisica. Il dolore può però manifestarsi anche lontano da parquet e palestre e interferire con le attività di tutti i giorni, come salire le scale.
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Cosa fare se si sente dolore? «Innanzitutto bisogna fermarsi e sospendere l’attività fisica che ha causato il disturbo. Si può applicare del ghiaccio e assumere un analgesico per i sintomi, ma è fondamentale la fisioterapia», ricorda lo specialista. «Molto importante è lo stretching con i cosiddetti esercizi eccentrici, ovvero quegli esercizi che prevedono l’abbassamento della gamba dopo aver esteso il ginocchio».
Recupero e intervento chirurgico
I tempi di recupero dipenderanno proprio dall’efficacia di questi interventi e «dal grado di sofferenza del tendine. Se le lesioni non sono tanto gravi, il riposo e la fisioterapia accorceranno i tempi di recupero».
Nel frattempo ci si può dedicare a qualche altra forma di attività fisica? «Sì, a tutte quelle discipline che non prevedono il salto, ad esempio il ciclismo o il nuoto, utili anche per mantenere una buona muscolatura».
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Fra le terapie conservative c’è anche quella con le onde d’urto e «se tutte queste non dovessero essere efficaci dopo almeno sei mesi, si potrà intervenire chirurgicamente. L’intervento prevede l’esecuzione di piccole incisioni sul tendine sofferente e anche l’utilizzo di stimolatori biologici per favorire i processi riparatori del tendine».
La prevenzione
Lo stretching è decisivo per prevenire la tendinopatia del rotuleo: «Una buona muscolatura delle gambe aiuta a reggere il sovraccarico sul ginocchio e anche le calzature adatte contribuiscono a questo. Osservare delle pause tra gli allenamenti è un’altra strategia efficace per la prevenzione, soprattutto per gli atleti amatoriali che hanno più margine per gestire la loro attività», conclude il dottor Bruno.