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Influenza

Mali di stagione, sai come curarli?

25/10/2018

Il freddo è ormai alle porte e con esso arriveranno anche i primi mal di gola, l’influenza e il naso che cola. Gli sbalzi di temperatura, in particolare, aumentano le possibilità di ammalarsi. Il rischio è infatti quello di infiammare le viee aeree superiori. Ne abbiamo parlato con il professor Giuseppe Spriano, Responsabile di Unità Operativa  di Otorinolaringoiatria di Humanitas.

 

Un “picco” di malati per colpa della mancanza di vita all’aria aperta

“Un tempo si pensava che ci si ammalasse perché troppo esposti al freddo – ha spiegato lo specialista -. Non è così: al contrario, ci si ammala di più inverno perché passiamo più tempo al chiuso”.“Si rimane più tempo in casa o in ufficio, mentre i bambini vivono meno all’aria aperta e durante l’orario scolastico rimangono in classe. Situazioni in cui sono maggiori le possibilità di contagio”. La vita in casa sembra quindi essere la prima causa di contagio nei mesi invernali:  il 75% delle prescrizioni mediche derivano dalle infezioni alle vie aeree superiori”. I pazienti lamentano in particolare “influenza, raffreddori, mal di gola e in casi più gravi anche sinusiti, otiti fino a complicanze maggiori a livello polmonare e bronchiali”. La trasmissione di infezioni virali, infatti, avviene attraverso delle piccolissime goccioline contenute nell’aria che esce dai polmoni di pazienti malati, che vengono inalati da soggetti sani e così si ammalano.

Ecco come fronteggiare i primi sintomi dell’influenza

No alle cure fai-da-te. E soprattutto, vietato assumere antibiotici senza il consulto del medico. “Si tratta di un errore grossolano che può avere effetti anche drammatici – ha messo in guardia il professor Spriano -. Considerato che l’80% delle infezione alle vie respiratorie sono di “origine virale, l’antibiotico non funziona”. “Assistiamo ad un abuso eccessivo, spesso i pazienti lo prendono da soli e sbagliano la dose, la durata, i giorni e l’orario: un atteggiamento sbagliato che porta, a lungo andare, alla resistenza al farmaco”.

Un vero e proprio errore che, secondo il professore, che spesso viene sottovalutato ma che secondo le stime porterebbe al 2050 ad un aumento della resistenza antibiotica di 13 volte, che diventerà la prima causa di morte, addirittura superiore ai tumori.

Il responsabile di Otorinolaringoiatria consiglia quindi chiaramente di prendere antibiotici soltanto dopo una consulenza medica e solo in caso, ad esempio, di infezioni batteriche come la tonsillite con placche nei bambini, o nei casi di broncopolmoniti in persone anziane. In tutti gli altri casi, come mal di gola o raffreddori basteranno farmaci antipiretici, mucolitici o fluidificanti.

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