Attaccato da virus del raffreddore, il nostro organismo reagisce mettendo in campo strategie difensive per intrappolare gli agenti patogeni ed eliminarli – spiega il dottor Luca Malvezzi, specialista in Otorinolaringoiatria dell’Istituto Clinico Humanitas -. L’aumentata produzione di muco nasale, per esempio, serve a intrappolare, trasportare all’esterno ed eliminare i virus responsabili della rinosinusite virale, ovvero il raffreddore comune, per premettere l’auto-detersione e igienizzazione delle alte e basse vie aeree che, solitamente, avviene in 5-7 giorni, risolvendo così il problema. Anche la febbre è una delle strategie dell’organismo per annientare gli oltre 200 virus del raffreddore che, con l’aumento della temperatura corporea, muoiono. Tuttavia, queste strategie non sono sempre efficaci: può capitare che il nostro apparato di difesa non sia stato in grado di sconfiggere subito l’infezione perché è efficace, oppure perché non è stato aiutato in modo efficace. In questo caso, se nel raffreddore comune il muco è limpido e poco denso, quando le secrezioni diventano più viscose o verde-giallastre, la sensazione di naso chiuso peggiora, e può comparire dolore o senso di peso a carico delle ossa della faccia, il raffreddore comune diventa rinosinusite batterica. In questo caso è bene consultare lo specialista otorinolaringoiatra, per evitare le complicanze polmonari nei soggetti più a rischio come bambini e anziani, asmatici, iniziare una terapia adeguata con antibiotici e cortisone, favorendo la pulizia nasale con soluzione fisiologica.
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