Un’emergenza medica che richiede un trattamento immediato è l’appendicite, ovvero l’infiammazione dell’appendice. Se l’intervento non è tale può sorgere una complicazione molto severa come la peritonite, ovvero l’infiammazione del peritoneo, la membrana che riveste gli organi addominali. La risoluzione del problema è di competenza del medico chirurgo. Ne parliamo con il dottor Stefano Bona, Responsabile della sezione di Chirurgia Generale e Day Surgery dell’Unità Operativa di Chirurgia Generale e Digestiva di Humanitas.
Un dolore intenso
L’appendice è un organo a forma di piccolo tubo, prolungamento del cieco, la prima parte dell’intestino crasso. È collocato nella parte destra dell’addome ed è qui, a cominciare dall’area ombelicale, che si avverte il sintomo principale dell’appendicite: un dolore molto intenso.
Spesso i pazienti riferiscono di un dolore mai provato in altre occasioni. Questo tende a intensificarsi nel giro di poche ore e a peggiorare muovendosi e respirando profondamente o tossendo, per esempio. Altri sintomi sono il gonfiore addominale, l’inappetenza, la nausea e il vomito, la febbre, la stipsi o la diarrea, sebbene ogni caso possa presentare un quadro sintomatologico a sé. A volte possono anche formarsi uno o più ascessi appendicolari, ovvero delle piccole sacche piene di pus.
L’appendicite è un’affezione più comune in età adolescenziale e da giovani adulti, dai venti ai trent’anni, ma comunque può insorgere a qualsiasi età. Quali sono le sue possibili cause? «Si ritiene che il meccanismo che più frequentemente porta all’infiammazione dell’appendice sia la sua ostruzione, dovuta a materiale intestinale o, come più spesso accade nei bambini, al rigonfiamento del tessuto linfatico che riveste internamente l’appendice, la quale diventa così facile preda di infezione da parte dei batteri intestinali», risponde il dottor Bona.
Il trattamento
I sintomi del paziente sono già di per sé suggestivi di un’appendicite in corso ma il personale sanitario potrà confermare questo sospetto con la visita clinica, l’acquisizione di informazioni relative alla storia del paziente e gli esami strumentali (esami del sangue, ecografia addominale e a volte TC). Il trattamento è di tipo chirurgico e prevede la rimozione dell’appendice infiammata.
Come avviene l’intervento? «Nella maggior parte dei casi, anche in urgenza, è possibile rimuovere l’appendice utilizzando la laparoscopia (tecnica che consente di operare introducendo una telecamera e strumenti dedicati attraverso sottili cannule infilate nella parete addominale). Raramente, in genere nei casi di peritonite più grave, è necessario ricorrere al classico taglio», spiega lo specialista.
Dopo quanto tempo si può tornare alle consuete attività quotidiane?«Il recupero dopo interventi effettuati in laparoscopia è generalmente piuttosto rapido; la dimissione può avvenire anche l’indomani e si ritorna alle abituali attività entro pochi giorni. È invece opportuno astenersi dall’attività sportiva e comunque da sforzi fisici per qualche settimana. Va tuttavia sottolineato che i tempi di ricovero ospedaliero e di recupero dipendono, oltre che dalla tecnica chirurgica, anche dalla gravità dell’infezione», conclude il dottor Bona.