Infiammazione intestinale e rischio fratture, perché sono collegate?

Tra tutte le malattie infiammatorie croniche intestinali, come colite ulcerosa e malattia di Crohn, è soprattutto quest’ultima ad aumentare il rischio di fratture nelle donne che ne soffrono. A causa dell’infiammazione intestinale e delle terapie con farmaci antinfiammatori corticosteroidi si può determinare una riduzione della densità minerale ossea. Da una parte l’infiammazione pregiudica l’assorbimento di calcio e vitamina D, importanti per la salute delle ossa, dall’altra i farmaci antinfiammatori corticosteroidi interferiscono con l’assorbimento del calcio, ne aumentano l’eliminazione con le urine e riducono anche il livello degli ormoni estrogeni che contribuiscono alla formazione del tessuto osseo. Assumere alimenti che contengono o sono fortificati con calcio e vitamina D con cadenza settimanale o mensile aiuta a mantenere un effetto positivo sulle ossa: cavolo nero, cavolo, broccoli, salmone, gamberetti e latticini, insieme a regolare attività fisica e, se necessario, aiutandosi con la supplementazione, aiutano ad assicurarsi un adeguato introito di calcio e di vitamina D. Infine, esporsi al sole, evitare il fumo di sigaretta e, se si deve assumere terapia cortisonica prolungata, sono indicati farmaci bisfosfonati per prevenire la perdita di massa ossea.

 

Redazione Humanitas Salute: