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Ictus, il rischio si controlla anche conoscendo la propria storia familiare

10/11/2017

A volte il rischio di ictus cerebrale può correre in famiglia. Tra i fattori non modificabili di questa patologia, tra le prime cause di mortalità in Italia e nel mondo, c’è proprio la familiarità. Ne parliamo con la dottoressa Simona Marcheselli, responsabile dell’Unità operativa di Neurologia d’urgenza e Stroke Unit dell’ospedale Humanitas.

I fattori non modificabili

Tra i fattori di rischio non modificabili dell’ictus cerebrale c’è in primo luogo l’età. Circa tre quarti di tutti i casi di ictus si verifica in persone con più di 65 anni di età e il rischio di essere colpiti quasi raddoppia per ogni decade dopo i 55 anni. Anche il sesso lo è, con le donne esposte a maggiori probabilità di essere colpite da ictus cerebrale semplicemente perché tendono a vivere più a lungo degli uomini, con un aumento del rischio dopo la menopausa.

Oltre a età e sesso c’è anche la familiarità a contribuire all’incremento del rischio. Genitori, nonni, fratelli e sorelle che siano stati colpiti da questa patologia, soprattutto prima dei 65 anni, possono fa aumentare il rischio di ictus anche nei consanguinei: «Possiamo parlare di predisposizione alle malattie cardiocerebrovascolari – sottolinea la dottoressa Marcheselli – un elemento che riguarda molto di più l’ictus ischemico e l’attacco ischemico transitorio piuttosto che l’ictus emorragico».

«Ci sono poi delle forme genetiche associate a malattie dei piccoli vasi», aggiunge la dottoressa Marcheselli e anche patologie genetiche come l’anemia falciforme, ad esempio, possono contribuire a delineare il profilo di rischio individuale.

Cosa fare?

La familiarità riguarda anche quelle patologie strettamente legate all’ictus: «Chi ha in famiglia dei consanguinei con diabete, ipertensione o ipercolesterolemia – tutte malattie che possono alzare il rischio di eventi cerebrovascolari – avrà più probabilità di svilupparle», avverte la dottoressa.

Tutti questi scenari rappresentano un motivo ulteriore per fare prevenzione, «anche al di là delle irrinunciabili scelte verso uno stile di vita sano con cui contenere il rischio di ictus, sarà necessario condividere con il medico la storia della propria famiglia e sottoporsi a controlli più frequenti», conclude la specialista.

 

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