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Tumore della vescica, con poca vitamina D aumenta il rischio?

24/03/2017

Dietro il tumore della vescica potrebbe esserci anche un deficit di vitamina D. La carenza di questo micronutriente è stata associata a un aumentato rischio di sviluppare tale neoplasia. Concludono così dei ricercatori di due università inglesi che hanno condotto una revisione sul tema presentando i risultati all’ultimo congresso della Society for Endocrinology a Brighton (Regno Unito).

Gli studi si riferivano a gruppi di popolazione composti da 112 a 1125 individui. Di questi 5 su 7 hanno correlato i bassi livelli di vitamina D con un aumentato rischio di tumore vescicale. In uno studio separato i ricercatori hanno osservato le cellule che rivestono la mucosa vescicale, le cosiddette cellule epiteliali transizionali. Il team ha visto che queste cellule erano in grado di attivarsi in risposta alla vitamina D che, a sua volta, stimolerebbe una risposta immunitaria. Il sistema immunitario – suggerisce uno dei ricercatori – potrebbe svolgere un ruolo cruciale nella prevenzione oncologica identificando delle anomalie cellulari prima dello sviluppo del tumore.

Deficit di vitamina D associata a diverse malattie

L’ipotesi dei ricercatori è che se la vitamina D è presente in quantità ridotte non riuscirebbe a indurre le cellule della mucosa vescicale a stimolare un’adeguata risposta immunitaria nei confronti delle cellule “anormali”.

(Per approfondire leggi qui: Caffè, per l’Oms nessun rischio di tumore alla vescica)

I dati – concludono i ricercatori – necessitano di ulteriori evidenze ma, in ogni caso, indicano l’importanza di mantenere adeguati i livelli di vitamina D, una vitamina prodotta anche grazie all’esposizione solare e che può essere assunta anche con l’alimentazione (sgombro, salmone, tuorlo d’uovo, ad esempio). La carenza di vitamina D è stata associata a malattie cardiovascolari, cancro e patologie autoimmuni.

«La correlazione tra vitamina D e rischio di tumore vescicale è plausibile e i dati di questa review lo confermano», aggiunge il dottor Rodolfo Hurle, urologo dell’ospedale Humanitas. «Sono necessari comunque ulteriori studi per poter far rientrare il deficit di vitamina D come fattore di rischio certo per la neoplasia vescicale. È comunque consigliabile un controllo della stessa perché il mantenimento di valori adeguati permette di interagire proficuamente con diverse patologie, non ultima l’osteoporosi».

Quali sono invece i fattori di rischio certi del tumore alla vescica?

«I maggiori sono:

  • età: il tumore della vescica si presenta con una maggior frequenza negli anziani, oltre il 70% dei pazienti che sviluppano neoplasia vescicale sono diagnosticati oltre i 65 anni;
  • il fumo di sigaretta è il più importante fattore di rischio. Da quando si smette di fumare devono passare oltre 15 anni per avere lo stesso rischio di un fumatore;

(Per approfondire leggi qui: Tumore alla vescica, senza fumo di sigaretta evitabile 1 caso su 2)

  • numerosi agenti chimici sono stati identificati come causa di tumore della vescica. I coloranti all’ anilina: sostanze chimiche che potrebbero essere presenti nei tessuti colorati; ciclofosfamide, un farmaco chemioterapico; ammine aromatiche, la cui esposizione avviene in diverse tipologie di lavoro quali quelli nel settore della pittura, cuoio, industria automobilistica, della gomma, ma anche tra camionisti, tintori, odontotecnici e parrucchieri. In queste circostanze, la neoplasia vescicale si verifica a distanza di oltre 30 anni dall’esposizione; arsenico: in una regione di Taiwan dove sono stati riscontrati elevati livelli di arsenico nell’acqua ed è stato registrato un incremento dei tumori vescicali».

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