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Movember, portare i baffi per la prevenzione dei tumori a prostata e testicoli

07/11/2016

Farsi un baffo per non farsi un baffo dei tumori maschili. Novembre è il mese dedicato alla prevenzione del tumore al testicolo e del tumore alla prostata, i tumori più frequenti fra gli uomini nelle diverse fasce d’età, dall’adolescenza alla terza età. Novembre è diventato dal 2003 Movember, ovvero il mese dei baffi (“moustache” in inglese): farseli crescere o indossarne un paio finti è il pretesto per sensibilizzare l’opinione pubblica sul rischio oncologico e farsi portavoce di un messaggio.

Per il terzo anno consecutivo anche la LILT-Milano, Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, aderisce all’iniziativa nata in Australia, portando i “baffi”. I suoi rappresentanti diventano dei Mo Bros, dei “fratelli di baffo”. Negli Spazi Prevenzione della LILT di Milano e provincia (Monza, Sesto San Giovanni, Cernusco sul Naviglio e Novate Milanese) per tutto il mese indosseranno i baffi e saranno a disposizione della popolazione per effettuare visite urologiche fino a esaurimento della disponibilità.

(Per approfondire leggi qui: Tumore prostata: cos’è il PSA, il test che “ha salvato la vita” a Ben Stiller)

In Italia il tumore alla prostata è la neoplasia che più colpisce gli uomini; solo nella fascia di età 0-49 anni è più frequente quello al testicolo. La sua incidenza cresce dall’adolescenza, raggiunge un picco intorno ai 25-29 anni e poi comincia a decrescere. Nelle classi 50-69 anni e oltre i 70 il più frequente è il tumore alla prostata: «Nel 2016 si stimano circa 35 mila nuovi casi in Italia e nella sola Milano nel 2015 sono stati circa 1900 gli uomini colpiti da questo tumore», dice il dottor Marco Alloisio, coordinatore delle Chirurgie specialistiche di Humanitas Cancer Center e presidente di LILT-Milano.

Ancora pochi gli italiani che vanno periodicamente dall’urologo

«Questa patologia, se diagnosticata in tempo – aggiunge lo specialista – può essere curata con successo: la speranza di sopravvivenza a 5 anni si avvicina al 90% e la percentuale è ancor più elevata se la diagnosi avviene in uno stadio precoce. Purtroppo, però, il numero di italiani che si sottopone a visite urologiche periodiche è ancora molto basso; raramente ci si reca da uno specialista, se non già in presenza di sintomi. Vorremmo, inoltre, che sempre più uomini prendessero coscienza di questa patologia prendendosi maggiormente cura di sé stessi».

L’urologo deve diventare una figura di riferimento per l’uomo, sopratutto per chi ha familiarità per neoplasia prostatica o testicolare. Ecco perché le visite periodiche sono uno strumento di prevenzione, così come l’autopalpazione per la prevenzione del tumore al testicolo e l’adozione di uno stile di vita sano che escluda l’assuefazione al fumo di sigaretta e che includa una costante attività fisica aerobica e un regime alimentare equilibrato.

(Per approfondire leggi qui: Autopalpazione: unica misura per diagnosi precoce di tumore del testicolo?)

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