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Ottimisti, curiosi, comunicativi: in un libro la ricetta per restare giovani

26/10/2016

La longevità è un fenomeno che la nostra penisola conosce bene. L’Italia è infatti tra i Paesi con l’aspettativa di vita più lunga. Negli ultimi anni gli ultracentenari del Cilento o della Sardegna hanno attratto eserciti di ricercatori internazionali a caccia dei loro segreti. Le interviste che hanno documentato questi microcosmi baciati dall’elisir di lunga vita ci consegnano il ritratto di persone anziane ancora attive e lucide. Che il loro cervello – nonostante i tanti anni passati – sia invecchiato di meno? Probabilmente sì, perché “Restare giovani si può”.

Lo dicono a chiare lettere Franca Porciani, giornalista e scrittrice, laureata in Medicina e specializzata in Gerontologia e Geriatria, e Elio Musco, neuropsichiatra e geriatra, autori del libro che ha per titolo proprio questo proclama: Restare giovani si può (edito da Giunti). Ma in che modo si può rallentare l’invecchiamento cognitivo e preservare la salute del nostro cervello? Semplicemente stimolandolo, restando curiosi.

(Per approfondire leggi qui: Alzheimer, il ping pong uno sport contro la demenza?)

Il cervello, come hanno dimostrato diversi studi condotti negli ultimi anni, è dotato di una plasticità straordinaria, ovvero è capace modificare la sua struttura e le sue funzioni nell’arco di tutta la vita, non solo durante lo sviluppo. In altre parole, riesce a creare nuove connessioni anche nella cosiddetta Terza Età grazie agli stimoli che riceve dall’esterno. Questi stimoli vanno dunque intensificati. Musco e Porciani propongono una “ricetta” con cui vivere al meglio anche la maturità. Gli autori parlano di “pillole di saggezza”: niente farmaci, ma solo la trama di una strategia che possa orientare questi anni. Ad esempio fare esercizi che allenino il cervello, gestire con serenità la solitudine, essere ironici e ottimisti, imparare a rilassarsi.

A che età cominciare a prevenire l’invecchiamento cerebrale?

«Parlare di “invecchiamento cerebrale”, alla luce degli studi più recenti, ormai è anacronistico. Gli strumenti di indagine sofisticati disponibili oggi hanno rivelato che il cervello, se viene stimolato adeguatamente, mantiene intatti i suoi neuroni e le sue connessioni fino a tarda età; può, addirittura, formare nuove cellule nervose, analogamente a quanto accade nei giovani – risponde Franca Porciani. L’idea/pregiudizio dell’invecchiamento cerebrale non è stata intaccata fino a pochi anni fa perché non si studiava il cervello dei 60enni, dando per scontato che oltre una certa età fosse uguale a quello dell’adulto, ma destinato a un lento declino. Non a caso, si è enfatizzato fino alla spasimo il rischio di Alzheimer per la popolazione generale quando i dati ci rivelano che gli individui colpiti da questa malattia in Italia sono circa 800mila su ben 14 milioni di over 65. Una percentuale modesta, in realtà».

In che modo possiamo allenare il cervello?

«L’esercizio mentale mantiene “in forma” il cervello, ormai è fuor di dubbio: chi si dedica ad attività che richiedono molta concentrazione, lo studio di uno strumento musicale, la lettura, la pittura, è meno a rischio di demenza. Ci sono molti studi che lo rivelano. Non esistono, invece, prove che siano di qualche utilità i giochini al computer in commercio noti come brain fitness. Ma senza diventare tutti degli intellettuali, quel che conta è la curiosità di sperimentare esperienze nuove, di sapere cose nuove, di mettersi in gioco in campi diversi da quelli a noi abituali. In questa direzione si è rivelato un successo l’esperimento delle Università della Terza Età, iniziato a Torino nel 1975. Oggi queste istituzioni offrono corsi che spaziano dalla storia dell’arte all’archeologia, dagli studi storici alla filosofia, dalla musica alle lingue, dalla pittura ai corsi di informatica».

Dieta sana e attività fisica sono complementari alla strategia proposta nel libro?

«La dieta è stata fin troppo enfatizzata, l’importante è non mangiare troppo. L’attività fisica è importante: gli esperimenti sui modelli sperimentali hanno rivelato che potenzia le funzioni cerebrali, soprattutto la memoria, e favorisce uno stato di benessere generale attraverso l’aumento delle endorfine che hanno un effetto euforizzante. Nelle persone in là con gli anni si è evidenziata, addirittura, una correlazione fra le performance intellettuali e l’intensità dell’esercizio fisico: quanti più chilometri si fanno al giorno, tanto più il cervello si mantiene arzillo. Quale movimento? Basta camminare ogni giorno, preferibilmente nel verde; meglio ancora praticare discipline sportive come il tennis, il golf, le bocce e il nuoto».

Nel libro spiegate che i pregiudizi sulla vecchiaia possono scoraggiare gli anziani. Come superarli?

«Bisogna liberarsi dell’idea del viale del tramonto invocando il patrimonio di conoscenze accumulato negli anni e la capacità di farne uso anche dopo il pensionamento, mantenendo entusiasmo e progettualità. Così la motivazione, l’interesse, la partecipazione attiva al mondo circostante, la curiosità tengono lontano il “disimpegno”, quella sorta di lenta infezione che intorpidisce la mente e impoverire la capacità di ricordare. Tutti sembrano anelare a questa specie di nirvana per esserne poi travolti in senso negativo quando lo vivono davvero».

(Per approfondire leggi qui: Alzheimer, Dieta mediterranea e attività fisica possono proteggere i neuroni)

«Noi, nelle “pillole di saggezza”, diamo qualche indicazione: continuare a fare quello che si è sempre fatto, ma se questo non è possibile, mettere in atto i desideri irrealizzati, i sogni nel cassetto: il grande successo in tutta Italia delle università della Terza Età rivela quanta voglia ci sia ancora di mettersi in gioco. Ma si può anche intraprendere un nuovo lavoro: molte attività alberghiere e di ristorazione vedono oggi impegnate persone che hanno superato i 65 anni, spesso insieme e in supporto ai figli. L’importante è non interiorizzare il recinto in cui la società oggi vorrebbe confinare gli anziani in un processo di autoesclusione e di sfiducia in se stessi», conclude l’autrice.

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