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Artrite reumatoide, alcuni movimenti prolungati aumentano il rischio?

01/07/2016

Ripetere nel tempo dei particolari movimenti può aumentare il rischio di sviluppare artrite reumatoide? Alcuni tipi di esercizio fisico prolungato svolti a lavoro potrebbero aumentare le probabilità d’insorgenza di questa malattia autoimmune. A sostenerlo è uno studio realizzato da ricercatori del Karolinska Institute di Stoccolma (Svezia).

Per valutare l’associazione fra artrite reumatoide e carichi di lavoro fisico, i ricercatori hanno analizzato i dati riferiti a 3.680 pazienti con artrite reumatoide e 5.935 persone che costituivano un gruppo di controllo. Per investigare se alcune persone fossero più suscettibili di altri, è stato comparato il rischio tra soggetti con e senza uno specifico genotipo; inoltre è stata condotta un’analisi in relazione alla presenza o all’assenza di anticorpi anti-citrullina fra i pazienti con artrite reumatoide: questi anticorpi hanno infatti un’altissima specificità per le persone affette.

(Per approfondire leggi qui: Artrite psoriasica e artrite reumatoide: presto nuovi farmaci)

Come riferiscono i ricercatori, alcuni movimenti fisici legati alla professione aumentavano le probabilità di sviluppare artrite reumatoide. Inoltre l’associazione fra artrite reumatoide positiva agli anticorpi anti-citrullina era piuttosto significativa in presenza di un certo genotipo, sempre con riferimento a particolari movimenti del corpo.

C’è una correlazione tra fattori meccanici e infiammazione nell’artrite reumatoide?

La correlazione è risultata più forte tra alcune mansioni che caratterizzano ad esempio gli impieghi nel settore dell’edilizia: l’esposizione a continue vibrazioni, il trasporto e il sollevamento di pesi maggiori a 10 kg; lavorare con le mani sotto il livello delle ginocchia o sopra le spalle; piegarsi e girarsi ripetutamente.

I risultati della ricerca sono stati presentati all’ultimo congresso dell’European League Against Rheumatism. «Lo studio esplora una correlazione che la comunità scientifica sospetta da tempo, ovvero quella tra fattori meccanici e il processo che porta all’infiammazione, e che merita ulteriori approfondimenti», sottolinea il professor Carlo Selmi, responsabile di Reumatologia e immunologia clinica dell’ospedale Humanitas e docente all’Università di Milano.

(Per approfondire leggi qui: Artrite reumatoide: un aiuto dalla dieta mediterranea)

Le cause scatenanti l’artrite reumatoide sono ancora ignote: «Questo studio suggerisce il coinvolgimento di fattori “fisici” che attiverebbero l’infiammazione. È come se le cellule del sistema immunitario subissero uno shock fisico che innescherebbe il processo infiammatorio», spiega ancora lo specialista.

Quali sono i fattori di rischio ambientale noti per l’artrite reumatoide?

«Al di là dei fattori non modificabili, ovvero familiarità e sesso femminile, il fumo di sigaretta – conclude lo specialista-  resta un fattore di rischio eliminabile per contenere le probabilità di sviluppare questa malattia cronica autoimmune».

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