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Gravidanza, contro il dolore non al “fai da te”

26/04/2016

Antidolorifici in gravidanza: quali prendere, e quando? Nei nove mesi di gestazione, ma anche prima del concepimento, l’assunzione di farmaci è una questione molto delicata che la donna non può risolvere autonomamente ma sempre rivolgendosi al proprio medico di fiducia o al ginecologo.

«Quasi tutte le sostanze o i farmaci che la madre assume possono attraversare la placenta e quindi arrivare direttamente al feto», precisa la dottoressa Annamaria Baggiani, responsabile del Servizio di Infertilità Femminile e Procreazione Medicalmente Assistita di Humanitas Fertility Center. «Per questo motivo, e dunque per non mettere eventualmente a rischio la gravidanza e lo sviluppo del feto, prima di prendere un farmaco, anche un semplice antidolorifico, la futura mamma deve sentire il proprio medico di base o lo specialista ginecologo. Questi sapranno consigliarle quali farmaci sono indicati o quali terapie assunte prima del concepimento possono essere proseguite o devono essere modificate».

(Per approfondire leggi qui: Gravidanza, una dieta ricca di ferro contro il rischio anemia)

Il Rapporto OsMed gennaio-settembre 2014 dell’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, ha certificato un aumento del consumo di farmaci antidolorifici in Italia. In particolare il consumo è passato da 2,1 dosi giornaliere per 1000 abitanti nel 2005 a 7,3 nel 2013. Tra gli antidolorifici più usati per il trattamento del dolore in forme lievi, da cefalea o emicrania per esempio, c’è il paracetamolo.

Il paracetamolo è controindicato in gravidanza?

«Il paracetamolo è largamente usato come antidolorifico prescritto in gravidanza alle dosi terapeutiche. Il farmaco attraversa la placenta ma non sono stati rilevati rischi maggiori di anomalie congenite per il feto. Tuttavia – conclude la dottoressa – questo antidolorifico non va somministrato in associazione con altri farmaci come l’acido acetilsalicilico, l’indometacina e l’ibuprofene per sporadiche segnalazioni di anomalie fetali, peraltro non confermate in studi epidemiologici successivi. Infine l’acido acetilsalicilico ad alte dosi, l’indometacina e l’ibuprofene non devono essere assunti a partire dalla 28-30ma settimana per effetti potenzialmente dannosi sulla circolazione fetale».

L’assunzione di indometacina, ibuprofene e paracetamolo, a differenza invece dell’acido acetilsalicilico, non è controindicata durante l’allattamento.

(Per approfondire leggi qui: Nausea in gravidanza, ecco come evitarla)

Per assunzione di FANS in generale nel primo trimestre di gravidanza, alcuni studi hanno evidenziato un rischio aumentato, rispetto all’atteso, di aborto spontaneo (soprattutto se il farmaco è stato assunto in prossimità del concepimento) e difetti cardiaci (in particolare difetti del setto interatriale ed interventricolare). In ogni caso i risultati ottenuti in tali studi non sono stati confermati da altri lavori e possono, tuttavia, essere viziati da fattori confondenti.

 

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