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Invecchiamento cellulare e tumori: a che punto è la ricerca

29/09/2015

L’invecchiamento cellulare come possibile nuovo marcatore per valutare l’evoluzione di un tumore. Osservando da vicino le cellule e la loro “senescenza” si potrebbe identificare infatti un nuovo biomarcatore con il quale prevedere quale sarà la prognosi di un tumore. È questo l’obiettivo del progetto “Invecchiamento cellulare: un nuovo marcatore di prognosi di tumore?”, coordinato dal professor Guido Torzilli, responsabile dell’Unità Operativa di Chirurgia Epatobiliare e Generale di Humanitas che sta guidando il team. Il progetto è stato finanziato anche con i fondi del 5×1000 destinati all’ospedale Humanitas. Approfondiamo l’argomento con i professionisti di Humanitas.

A che punto è la ricerca su invecchiamento cellulare e tumori?

La ricerca è alle sue fasi iniziali. Abbiamo acquistato gli anticorpi monoclonali che ci serviranno per le sperimentazioni nelle fasi successive. Prima di procedere ai test dobbiamo verificare l’affidabilità della metodica che abbiamo messo a punto.

La “senescenza cellulare” è un aspetto che ha recentemente guadagnato l’attenzione della ricerca. È un processo legato all’invecchiamento ma anche al danneggiamento delle cellule, come ad esempio l’insorgenza di una forma di tumore. In questo caso però l’invecchiamento cellulare fa da scudo perché evita che le cellule danneggiate migrino nell’organismo.

A oggi sono poche le pubblicazioni scientifiche che hanno approfondito gli aspetti della “senescenza cellulare”, specialmente nel campo dei tumori epatici. Questo tema potrebbe rappresentare un interessante campo d’azione da un punto di vista sia biologico che clinico.

Il team di ricerca sta andando a caccia di cellule invecchiate in pazienti affetti da metastasi epatiche da tumore del colon e del retto per identificare proprio un indice di senescenza. Un parametro, quest’ultimo, con il quale cercare di prevedere l’evoluzione di una forma tumorale e poter intervenire nel modo più efficace possibile. (Per approfondire leggi qui: Obiettivo: capire come si sviluppano i tumori)

Perché proprio i pazienti con metastasi epatiche da tumore del colon?

Questi pazienti rappresentano un’ampia parte dei pazienti che trattiamo nella nostra Unità Operativa. Tra essi alcuni sono affetti da forme multifocali avanzate per le quali a oggi non sono noti dei biomarcatori affidabili capaci di prevederne la prognosi.

Di essei circa 60 saranno coinvolti, in maniera retrospettiva, in questo progetto di ricerca. Di questi metà ha subito una chemioterapia preoperatoria. Il marcatore che stiamo analizzando sembra avere infatti un legame con la chemioterapia: tra i suoi effetti tossici, infatti, ci sarebbe anche la “senescenza cellulare” in alcune forme di tumore. Comprendere il rapporto tra senescenza, chemioterapia e crescita delle metastasi epatiche da tumore del colon e del retto è una delle nostre priorità.

Questa ricerca ci potrebbe aiutare a identificare i pazienti che più facilmente possono essere sottoposti a un intervento chirurgico curativo.

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