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Estate, quando lo stress non va “in vacanza”

10/08/2015

Perché quando si è in vacanza non si riesce a staccare davvero dalla routine e questo continua a essere fonte di stress? Se in valigia trovano spazio anche i pensieri della quotidianità, se anche sotto l’ombrellone ci si rende disponibili ai “capricci” del collega di lavoro, ecco che la vacanza stessa diventa un’esperienza stressante.

«Siamo diventati un po’ tutti vittime dei nostri impegni, non riusciamo a sganciarci dalla routine», dice la dottoressa Emanuela Mencaglia, psicologa e psicoterapeuta dell’ospedale Humanitas intervenendo su Radio1 nel corso del programma Life – Obiettivo benessere.

Colpa anche della tecnologia: «La tecnologia non aiuta. Abbiamo imparato a essere interconnessi con gli altri a tal punto che non riusciamo a liberarcene; ogni 5-10 minuti controlliamo se sono arrivate mail o nuove notifiche, non possiamo fare a meno di smartphone e tablet. In vacanza dovremmo riuscire a staccare da tutto – aggiunge la dottoressa – anche per tornare alla quotidianità e alle attività lavorative con il consueto impegno ed entusiasmo».

Dalla tecnologia, oltre allo stress, anche il rischio di allontanarsi dagli altri

«Restare sempre connessi con gli altri non è sempre una buona abitudine perché tende ad evitare di incontrarsi, di stare con gli altri, d’altro canto ci permette di essere in contatto con chi non ci è vicino. Il rapporto interpersonale è sì più facile e comodo perché è filtrato, pensieri e commenti vengono ponderati, corretti, si può anche solo stare a guardare, ma il rischio è di allontanarci dagli altri. Bisogna rendersi conto di quando un’abitudine diventa eccessiva e compromette la nostra quotidianità».

Il lavoro è spesso visto come una via d’uscita da situazioni in cui ci si trova mal volentieri: «Durante l’anno il lavoro può diventare una buona scusa per evitare di misurarsi con gli impegni che non ci sono graditi. La vacanza invece ci costringe a condividere ciò da cui spesso riusciamo a svicolare: ogni giorno si decide insieme cosa fare, ad esempio. La vacanza può esser quindi vista come un’occasione per tornare a passare più tempo con partner e figli e fare le cose con un po’ più di tempo e serenità».

Quando non si è in ferie il lavoro condiziona le giornate di molte persone e spesso quei comportamenti tipici del luogo di lavoro non vengono abbandonati. «Oggi più che mai, si sente il bisogno di sentirci in competizione, magari con noi stessi e non necessariamente con gli altri, di avere il “brivido” della performance, di riuscire a tutti i costi a raggiungere l’obiettivo. Il lavoro è un pretesto per mettersi alla prova e questa sensazione la portiamo anche in vacanza, quando ci troviamo a fare cose che dovrebbero essere piacevoli con quello spirito di rivincita che ci fa perdere il senso del divertimento», conclude la dottoressa Mencaglia.

 

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