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Expo, “Non di solo pane”: le foto di Emanuele Berardi

08/06/2015

Expo 2015 ospita “Non di solo pane“. Oltre 200 scatti. Un’onda di storie, sguardi, volti. Basta fare un giro all’interno del padiglione della Santa Sede di Expo per rimanere ammaliati da un’esposizione fotografica collettiva. La mostra si divide tra le stampe di giornalisti, giovani appassionati provenienti da diversi continenti e le proiezioni degli scatti di fotografi professionisti. Tra questi troviamo 4 reportages firmati dal giovane fotografo Emanuele Berardi, paziente del nostro ospedale Humanitas, che ci ha raccontato da dov’è nata questa mostra.

Ad Expo: “Non di solo pane”. Qual è il filo conduttore della mostra?

“Le fotografie esposte all’interno del padiglione della Santa Sede di Expo sono divise in tre sezioni principali e raccontano i problemi e le sfide cui va incontro l’uomo quando rompe l’alleanza con il Dio-creatore: conflitti, disequilibrio e de-creazione. Le immagini sono state raccolte in giro per il mondo e presentano la fame dell’uomo, materiale e spirituale. Fame intesa nel suo senso più ampio, dalle ferite del corpo a quelle del cuore, della mente e del creato”.

All’interno della mostra ospitata fra i padiglioni di Expo, troviamo anche i suoi scatti. Come li descriverebbe?

“I miei progetti in mostra sono 4: Men of Caritas (6 ritratti di uomini che vivono nel rifugio Caritas della stazione centrale di Milano), Earthquake in Emilia Romagna (4 foto che simboleggiano il terremoto avvenuto poco tempo fa in Emilia Romagna), Muay Thai (6 scatti sulla Boxe thailandese tra minorenni a Bangkok) e Railway Station (6 scatti sulla vita nella stazione indiana di Guwahati)”.

Qual è il messaggio che vuole mandare attraverso le sue foto?

“Quello che racconto è un’umanità sofferente e frammentata, che si muove alla ricerca di un qualcosa al fine di placare la fame del corpo e dello spirito. A guidare la visione della mostra, infatti, abbiamo scelto parole significative, quelle che spesso Papa Francesco utilizza nei suoi discorsi: “complicità, corruzione, discriminazione, periferie, esclusione, distruzione, possesso, schiavitù…”.

In che modo si è appassionato alla fotografia?

La devozione alla professione nasce dalla mia curiosità verso il mondo e verso tutte le forme di espressione. Da qui la scelta di fare il fotografo che mi ha portato, negli anni, a scoprire le particolarità di persone e paesi lontani”.

Per avere maggiori informazioni sulla mostra ospitata nel padiglione della Santa Sede di Expo clicca qui

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