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Tumore alle ovaie, ormoni anti menopausa tra i fattori di rischio

18/02/2015

Una terapia ormonale anche di breve durata contro i sintomi della menopausa può incrementare il rischio di cancro alle ovaie. È la conclusione a cui è giunta una ricerca dell’Università di Oxford nel Regno Unito che ha revisionato ben 52 studi epidemiologici, pubblicata sulla rivista Lancet.

I dati raccolti riguardano oltre 21mila donne colpite da cancro alle ovaie. Di queste circa metà aveva assunto degli ormoni per la sindrome menopausale (disturbi del tratto urogenitale, le cosiddette “vampate”, accompagnate da sudorazione e tachicardia, disturbi psicologici come ansia, irritabilità e insonnia). Il team ha rilevato un caso “extra” di tumore ovarico ogni mille e un decesso ogni 1.700 casi di malattia nelle donne che hanno fatto ricorso a questa terapia intorno ai cinquant’anni e per cinque anni. Ma i ricercatori hanno rilevato che il rischio era significativamente aumentato anche in chi aveva assunto gli ormoni da meno di cinque anni. Questo invece diminuiva quanto più lontano nel tempo i soggetti avevano abbandonato la terapia, restando tuttavia apprezzabile durante i primi anni. Infine la pubblicazione sottolinea un aumento del rischio per i due tipi più comuni di tumore, il sieroso e l’endometriale.

Al momento le linee guida sulle terapie ormonali dell’Organizzazione mondiale della Sanità, in Europa e negli Stati Uniti non menzionano la neoplasia ovarica mentre quelle inglesi (da revisionare) avvertono esclusivamente che il rischio può incrementare con un uso prolungato.

 

 Il tumore ovarico colpisce quasi 4.500 donne italiane ogni anno

La dottoressa Elena Zannoni, Responsabile del Servizio di Chirurgia conservativa ed endoscopia di Humanitas Fertility Center, sottolinea il valore scientifico della ricerca: «Si tratta di una metanalisi condotta con estrema accuratezza e rigore. In attesa che vengano condotte altre ricerche, questa pubblicazione impone agli specialisti del settore una maggiore attenzione e cautela nel prescrivere terapie ormonali sostitutive, bilanciando attentamente il rapporto rischio/beneficio. È necessario valutare vantaggi e svantaggi della terapia ormonale sostitutiva – conclude l’esperto – prescrivendola laddove si ravvisi una reale necessità e solo per il tempo necessario. Non dimentichiamo che la terapia sostitutiva permette un netto miglioramento della qualità di vita in molte donne e si è rivelata protettiva nei confronti dell’osteoporosi e dei tumori intestinali».

In Italia il tumore ovarico colpisce circa 4.490 donne ogni anno (stime 2012 del Registro Tumori) ed è al nono posto tra le forme tumorali, pari al 2,9% di tutte le diagnosi.

 

risposte della dottoressa Elena Zannoni

responsabile di Chirurgia Conservativa ed Endoscopica di Humanitas Fertility Center

 

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