Cinematerapia per i pazienti di Humanitas

Un anno fa, nasceva il programma di cinema terapia di Humanitas. Per la prima volta in Italia, l’ospedale apriva le porte di una vera sala cinema dedicata ai pazienti e ai loro familiari.

L’iniziativa, realizzata grazie alla collaborazione tra MediCinema Italia e Fondazione Humanitas e alla disponibilità delle principali case di distribuzione cinematografica, ha offerto ai pazienti lungodegenti l’opportunità di sperimentare un’esperienza quotidiana e di sollievo come quella di andare al cinema con i propri familiari.

Un progetto ambizioso che – nel primo anno di attività – ha raggiunto importanti risultati, grazie anche all’impegno del personale sanitario e dei volontari di Fondazione Humanitas: da ottobre 2013 a giugno 2014, 21 proiezioni, 600 pazienti spettatori, 150 familiari accompagnatori, 400 ore di presenta dei volontari, al loro fianco.

 

Un beneficio psicologico per i pazienti-spettatori

A testimonianza del valore terapeutico del progetto, con l’inizio della seconda stagione di proiezioni, è partito uno studio pilota sostenuto dal dottor Bruno Bernardini, Responsabile del reparto di Riabilitazione Neurologica di Humanitas e realizzato con la collaborazione del Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione R. Massa dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, sotto la supervisione scientifica della professoressa Emanuela Mancino. La ricerca ha lo scopo di approfondire e valutare il beneficio psicologico del programma di cinema-terapia attraverso interviste e focus group a un gruppo di pazienti-spettatori.

Due sono le direzioni di indagine: la prima, basata su metodi scientifici tradizionali, ha lo scopo di valutare i possibili benefici del programma su sintomi come ansia e depressione che sono spesso legati allo stato di malattia e influenzano la qualità di vita percepita dal paziente.

L’altra, riconducibile al filone della medicina narrativa, affida al linguaggio del cinema un ruolo di mediazione: «Le storie rappresentate sul grande schermo funzionano come uno specchio in cui le persone rivedono sé stesse e i propri percorsi di vita – commenta il dottor Bernardini –. Questo processo di rispecchiamento facilita l’elaborazione dei vissuti emotivi legati alla condizione di malattia e il raggiungimento di una consapevolezza che potremmo definire ”esistenziale”, sulla propria situazione. Ci aspettiamo quindi che i risultati dello studio confermino il possibile ruolo del cinema come efficace complemento alle terapie riabilitative per il recupero funzionale del paziente, in particolare nel favorire il processo di ri-scoperta e potenziamento delle proprie risorse».

 

Una proiezione e una mostra speciali

Per festeggiare il primo compleanno del progetto, mercoledì 5 novembre appuntamento con una proiezione speciale, aperta al pubblico: in occasione dei 90 anni del personaggio di James Bond, creato dalla fantasia dello scrittore Ian Fleming e interpretato per ben 26 volte sul grande schermo da attori del calibro di Sean Connery, Roger Moore e Daniel Craig, verrà proiettato il film “Agente 007 – Licenza di uccidere” di Terence Young, lapellicola che diede il via alla serie.

In contemporanea, negli spazi dell’ospedale, verrà inaugurata la mostra “90 ma non li dimostra” a cura dello 007 Admiral Club & Hotel (il fans club ufficiale che raduna gli appassionati) e di Fermo Immagine Museo del Manifesto Cinematografico, con gadget e testimonianze riguardanti Bond e i suoi film, provenienti da tutto il mondo. La mostra è a ingresso libero e resterà aperta fino a lunedì 10 novembre.

 

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Dott. Bruno Bernardini: