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Cinematerapia per i pazienti di Humanitas

04/11/2014

Un anno fa, nasceva il programma di cinema terapia di Humanitas. Per la prima volta in Italia, l’ospedale apriva le porte di una vera sala cinema dedicata ai pazienti e ai loro familiari.

L’iniziativa, realizzata grazie alla collaborazione tra MediCinema Italia e Fondazione Humanitas e alla disponibilità delle principali case di distribuzione cinematografica, ha offerto ai pazienti lungodegenti l’opportunità di sperimentare un’esperienza quotidiana e di sollievo come quella di andare al cinema con i propri familiari.

Un progetto ambizioso che – nel primo anno di attività – ha raggiunto importanti risultati, grazie anche all’impegno del personale sanitario e dei volontari di Fondazione Humanitas: da ottobre 2013 a giugno 2014, 21 proiezioni, 600 pazienti spettatori, 150 familiari accompagnatori, 400 ore di presenta dei volontari, al loro fianco.

 

Un beneficio psicologico per i pazienti-spettatori

A testimonianza del valore terapeutico del progetto, con l’inizio della seconda stagione di proiezioni, è partito uno studio pilota sostenuto dal dottor Bruno Bernardini, Responsabile del reparto di Riabilitazione Neurologica di Humanitas e realizzato con la collaborazione del Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione R. Massa dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, sotto la supervisione scientifica della professoressa Emanuela Mancino. La ricerca ha lo scopo di approfondire e valutare il beneficio psicologico del programma di cinema-terapia attraverso interviste e focus group a un gruppo di pazienti-spettatori.

Due sono le direzioni di indagine: la prima, basata su metodi scientifici tradizionali, ha lo scopo di valutare i possibili benefici del programma su sintomi come ansia e depressione che sono spesso legati allo stato di malattia e influenzano la qualità di vita percepita dal paziente.

L’altra, riconducibile al filone della medicina narrativa, affida al linguaggio del cinema un ruolo di mediazione: «Le storie rappresentate sul grande schermo funzionano come uno specchio in cui le persone rivedono sé stesse e i propri percorsi di vita – commenta il dottor Bernardini –. Questo processo di rispecchiamento facilita l’elaborazione dei vissuti emotivi legati alla condizione di malattia e il raggiungimento di una consapevolezza che potremmo definire ”esistenziale”, sulla propria situazione. Ci aspettiamo quindi che i risultati dello studio confermino il possibile ruolo del cinema come efficace complemento alle terapie riabilitative per il recupero funzionale del paziente, in particolare nel favorire il processo di ri-scoperta e potenziamento delle proprie risorse».

 

Una proiezione e una mostra speciali

Per festeggiare il primo compleanno del progetto, mercoledì 5 novembre appuntamento con una proiezione speciale, aperta al pubblico: in occasione dei 90 anni del personaggio di James Bond, creato dalla fantasia dello scrittore Ian Fleming e interpretato per ben 26 volte sul grande schermo da attori del calibro di Sean Connery, Roger Moore e Daniel Craig, verrà proiettato il film “Agente 007 – Licenza di uccidere” di Terence Young, lapellicola che diede il via alla serie.

In contemporanea, negli spazi dell’ospedale, verrà inaugurata la mostra “90 ma non li dimostra” a cura dello 007 Admiral Club & Hotel (il fans club ufficiale che raduna gli appassionati) e di Fermo Immagine Museo del Manifesto Cinematografico, con gadget e testimonianze riguardanti Bond e i suoi film, provenienti da tutto il mondo. La mostra è a ingresso libero e resterà aperta fino a lunedì 10 novembre.

 

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