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Una nuova coppia di lettere per il DNA

08/05/2014

Il DNA è composto da quattro basi azotate, note con le lettere A, T, C, G. Queste basi si accoppiano in maniera precisa: A con T e C con G. I ricercatori statunitensi dello Scripps Institute, in California, in uno studio pubblicato su Nature, sono riusciti ad aggiungere una coppia di basi al DNA di un battere molto comune, l’Escherichia Coli. Questo inserimento è ben riuscito: il battere infatti ha mantenuto nelle proprie cellule la nuova coppia di basi, denominate X Y, e nella divisione cellulare questo inserimento viene replicato. Escherichia Coli quindi, al momento, riconosce come suo il DNA contenente le nuove basi.

Abbiamo chiesto un commento al professor Alberto Mantovani, Direttore Scientifico di Humanitas.

«La novità di questa scoperta è che nell’alfabeto della vita (le lettere che costituiscono il DNA) si sono introdotte due nuove lettere e si è dimostrato che queste si possono riprodurre in un organismo vivente, un piccolo battere usato spesso come modello. Questo fa parte di una linea di ricerca che definiamo biologia sintetica; è uno sforzo che va avanti in molti laboratori al mondo: ricreare e plasmare organismi viventi».

Qual è la sfida e quali sono le porte che questo ultimo lavoro apre?

«Le sfide sono tante. Alcune di tipo strettamente conoscitivo volte a comprendere meglio i meccanismi alla base del funzionamento nelle cellule del Dna, un passaggio fondamentale per poi poterlo modificare. L’altra sfida, più a lungo termine, è utilizzare queste conoscenze di biologia sintetica a servizio dell’uomo e, quindi, anche della salute. Ad esempio utilizzando questi strumenti per accendere e spegnere geni e modificare i prodotti dei geni. Da questo studio ci aspettiamo delle ricadute in futuro, ma non possiamo definirne i tempi».

 

                                                                                            Commento a cura del prof. Alberto Mantovani

Direttore Scientifico dell’Istituto Humanitas
e docente di Patologia all’Università degli Studi di Milano

 

A cura di Valeria Leone

 

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