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Influenza A, la pandemia rallenta. La mutazione non deve preoccupare

24/11/2009

La prima mutazione del virus H1N1 registrata in Europa deve destare preoccupazione? Oppure il peggio dell’Influenza A è passato, visto che i casi di contagio sono in calo? Facciamo chiarezza su alcuni temi alla ribalta delle cronache con l’aiuto di un esperto.

23 novembre 2009 – Prosegue l’appuntamento settimanale con il dott. Michele Lagioia, specialista in Igiene e Medicina Preventiva e vice-direttore sanitario di Humanitas. Obiettivo, fare il punto su alcuni temi trattati dai media per capire meglio qual è, allo stato attuale, la situazione dell’influenza a/H1N1.

Mutazione del virus e resistenza agli antivirali
Si susseguono le notizie sulla presunta mutazione del virus H1N1 registrata per la prima volta in Europa. In realtà la mutazione rilevata in Norvegia è solo l’ultima di una serie di casi analoghi osservati in paesi diversi: Brasile, Cina, Giappone, Messico, Ucraina e USA. “Si tratta però di mutazioni che non devono destare allarmismi – precisa il dott. Lagioia -. Nessuna di quelle segnalate ad oggi infatti ha determinato un comportamento clinico diverso del virus, che è quanto davvero preoccupa. Le mutazioni per così dire ‘rilevanti’ sono infatti quelle che interessano le due caratteristiche base dei virus influenzali: la patogeneticità (ossia la capacità di contagio, che tuttavia per H1N1 è già massima) e la virulenza, che invece rimane moderata. La ragione delle mutazioni registrate ad oggi, analogamente a quanto avviene per i batteri, sta nell’eccessivo uso degli antivirali, fatto che determina una resistenza del virus ad essi. Una ragione in più per utilizzare gli antivirali solo quando realmente necessario e sotto stretto controllo medico”.

La situazione in Italia
Queste le cifre ufficiali diffuse dal Ministero del Welfare relativamente alla 46° settimana (9-15 novembre) del 2009:
• circa 333.336 le persone vaccinate
• 4 milioni le dosi di vaccino consegnate alle Regioni
• 71 le vittime della Nuova Influenza
• 241 i pazienti in rianimazione, mentre il rapporto fra i ricoverati e i pazienti in terapia intensiva si conferma di 1 su 100.
Complessivamente i casi di Influenza A registrati in Italia sono 2.306.000, di cui 752mila nell’ultima settimana. Dando uno sguardo alla classifica delle Regioni più colpite, vediamo in testa le Marche (con il 2,9%) seguite da Emilia Romagna, Lazio, Abruzzo e Campania (quest’ultima con un’incidenza dell’1,6%). Ben diversa è la classifica se si guarda al numero delle vittime per Regione: al primo posto troviamo la Campania (con 25 decessi), seguita da Lombardia ed Emilia Romagna (entrambe 7). “La differenza non deve sorprendere – spiega Lagioia – perché è legata alle caratteristiche della popolazione: le forme più severe dell’influenza A riguardano i bambini, le donne incinte e gli anziani con co-morbilità. Inevitabile, quindi, che le regioni dove il virus risulta più aggressivo siano quelle più popolose, con molti bambini e numerosi anziani.
Paragonandoci al resto d’Europa, come numero di vittime l’Italia è ai livelli della Francia, circa 1/3 rispetto alla Gran Bretagna”.

In Lombardia il contagio rallenta
Il bollettino ufficiale della Regione Lombardia, Influ News, mostra per la 46a settimana una curva in discesa. “Questo andamento – commenta il dott. Lagioia – ci sorprende un po’, ma è facile che sia legato al clima attuale, tutt’altro che rigido. Sulla base dei dati registrati ad oggi sembrerebbe che la punta massima di incidenza del virus H1N1 si stia verificando decisamente prima di quanto normalmente accade con i virus dell’influenza stagionale. Il condizionale tuttavia è d’obbligo perché il futuro calo delle temperature potrebbe portare ad un nuovo aumento dei casi. Al momento, tuttavia, in Lombardia l’incidenza sulla popolazione è del 4%: difficilmente, quindi, si arriverà al 25% ipotizzato come la peggiore delle previsioni”.

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