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Una borsa in memoria del prof. Banfi

08/04/2008

In occasione del seminario “La Radioterapia nel carcinoma dello stomaco”, in programma mercoledì 2 aprile presso Humanitas, è stata consegnata una borsa di studio in memoria del prof. Alberto Banfi, radioterapista storico dell’Istituto Nazionale Tumori e persona di spicco della Radioterapia a livello internazionale. Il prof. Banfi – fra i fondatori della Società Europea di Radioterapia ESTRO – ha partecipato attivamente all’imponente evoluzione della Radioterapia degli ultimi anni. “Era una persona speciale non solo dal punto di vista scientifico e culturale, ma anche umano – racconta la dott.ssa Marta Scorsetti, responsabile dell’Unità Operativa di Radioterapia e Radiochirurgia in Humanitas – per l’eleganza e la cordialità del suo modo di essere”.

Per più di trent’anni è stato una figura significativa all’interno dell’Istituto Nazionale dei Tumori, prima come responsabile del Dipartimento Radiologico e successivamente come responsabile della Radioterapia. “L’apporto del prof. Banfi all’evoluzione della Radioterapia – spiega la dott.ssa Scorsetti – è stato fondamentale. In particolare, nello studio storico del prof. Umberto Veronesi dove venivano confrontate la mastectomia e la quarantectomia in associazione alla radioterapia, l’équipe del prof. Banfi disegnò lo schema di trattamento radioterapico che ancora oggi è utilizzato in tutto il mondo”. Non meno importante, aprì la strada dell’interdisciplinarietà in campo oncologico, applicando un approccio trasversale fra le diverse specialità nello studio e nel trattamento dei tumori e coinvolgendo attivamente Radioterapia, Chirurgia e Oncologia medica.

Grazie all’award della famiglia Banfi, verrà implementato un nuovo studio per il trattamento radiochirurgico delle metastasi epatiche in collaborazione con l’Ospedale San Carlo, l’Ospedale Luigi Sacco e l’Università degli Studi di Milano. “Molti pazienti sviluppano nel corso della loro malattia metastasi epatiche provenienti da diversi tipi di tumore – spiega la dott.ssa Scorsetti –. Le metastasi possono essere trattate con diversi tipi di terapia locale come la chirurgia, la termoablazione o la chemioembolizzazione. Tutte queste metodiche, seppure vantaggiose, sono però invasive e non possono essere effettuate in tutti i pazienti avendo ciascuna determinate controindicazioni. La Radiochirurgia è invece una metodica non invasiva che permette di irradiare piccoli volumi intraepatici con estrema accuratezza e precisione, risparmiando al massimo i tessuti sani. Diversi studi hanno validato l’efficacia di questo tipo di trattamento, resta da stabilire quali siano i livelli di dose ottimali”.

Di Alessio Pecollo

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