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Rasia dal Polo: la mia salute a prova di platea

21/09/2004

Il giornalista di Radio 24 e “ROMA SAT” Roberto Rasia dal Polo torna in teatro con la nuova commedia Non c’è più l’ironia di una volta! da lui ideata e interpretata con la regia di Cesare Gallarini e l’interpretazione musicale delle Picasso Strings (in cartellone al San Babila di Milano dal 28 settembre al 3 ottobre 2004). Di ritorno si tratta, non di debutto, perché Rasia è nato attore grazie alla formazione professionale presso la “Quinta Praticabile” di Genova e ha recitato in più di 14 spettacoli in tournée per tutta Italia. Ma oggi è conosciuto dal grande pubblico grazie alla sua decennale collaborazione con Radio 24 e come conduttore di una trasmissione televisiva sul canale 851 di SKY TV. Sul Palco Rasia intraprende un dialogo con gli spettatori mettendo a nudo storie di vita quotidiana interpretate e dirette con ironia.

Come è nata la tua vocazione di attore e perché (dopo radio e tv) hai scelto di lavorare in teatro?
“Avevo 18 anni quando il mio amico Sergio mi convinse a sostituire in teatro un suo collega attore che si era sentito male e che doveva impersonare il chitarrista di un complesso musicale. Pochi istanti prima di entrare sul un palco, quasi mi sentivo male. Dopo due ore, a spettacolo finito, la mia vita era cambiata. Mi ero follemente innamorato di questa professione.”

Come è nata l’idea dello spettacolo e come hai costruito il testo?
“Non c’è più l’ironia di una volta!” è il mio nuovo spettacolo comico. Sul palco, quando si apre il sipario ne racconto la genesi: una sera di un anno fa a cena col direttore del mio canale satellitare lui mi sfidò a definire l’ironia in meno di 10 parole. Non me la cavai troppo bene e la conseguente figuraccia mi pesò parecchio, visto il mio sconfinato amore per la lingua italiana e per il linguaggio. Così, tornato a casa, aprii il vocabolario, poi il web, poi alcuni libri, ma le definizioni dell’ironia che vi trovavo non mi soddisfacevano. Infine, sconsolato, aprii il vecchio baule di mio nonno e trovai un tesoro. Documenti che non definiscono l’ironia, ma la mettono in scena. Battute, aforismi, storielle e barzellette. Passai la notte a leggerli e il mattino successivo mi convinsi che oggi non c’è più l’ironia di una volta, da cui il titolo. Dopo 30 giorni ho depositato il copione in SIAE. L’idea di farne non solo uno spettacolo comico-ironico, ma anche polisensoriale è nata dal desiderio di stupire sul serio i miei spettatori sfidandoli ad assistere allo spettacolo attivando tutti e cinque i sensi. I primi a crederci furono i miei due amici di Naturoteca.it, che regaleranno un piccolo flacone di acqua aromatica a ogni spettatore. A un certo punto dello spettacolo, ci spruzzeremo tutti insieme il profumo e stimoleremo il nostro olfatto. Stessa cosa per il gusto con gli amici dei Baci Perugina e così via. Insomma, uno spettacolo che si mangia, si annusa, si tocca, si vede e si sente!”

Uno spettacolo teatrale coinvolge la mente e il fisico in un tour de force sicuramente stressante, come riesci a mantenerti in forma e in salute?
Mi risulta difficile separare il corpo dalla mia mente. Quando la mia mente non ‘gira’ a dovere, è il mio corpo a risentirne. Faccio molto sport, perché non solo mi piace, ma ne ho bisogno per scaricare le tensioni. Poi per la mia professione la voce è un elemento basilare, perciò è alla mia gola che riservo le maggiori attenzioni. Fortunatamente ho due corde vocali abbastanza resistenti per natura, così mi è capitato solo due volte in dieci anni di rimanere afono. Solo il fumo mi disturba davvero molto. Il mio segreto è il vecchio rimedio della nonna: il miele. Lo utilizzo sempre, anche nei mesi estivi! Alla base di tutto, comunque, c’è l’utilizzo della voce attraverso il diaframma. Sarebbe impensabile recitare senza usare il nostro diaframma. E’ un vero peccato che quasi nessuno lo conosca. Se tutti lo utilizzassimo, non rimarremmo più senza voce e avremmo una voce molto più sensuale!”

Quale consiglio puoi dare ai lettori per ritrovare la giusta ironia quotidiana?
“Consiglio a tutti di svegliarsi al mattino col sorriso sulle labbra e tenerlo fino a sera, di fare un giro in moto sul mare, di baciare la donna che si ama chiudendo gli occhi, giocare con un bambino, cenare con un vero amico e addormentarsi la sera con la consapevolezza di aver fatto il proprio dovere ogni giorno.”

A cura di Albachiara Lunghi

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