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Bisturi per la nevralgia trigeminale

22/01/2002

Una sensazione quasi di bruciore in corrispondenza delle diramazioni nervose del nervo trigemino. In questo modo si manifesta un disturbo molto doloroso e intenso. Si tratta di dolore facciale proprio della cefalea a grappolo, può avere una durata di circa trenta,sessanta minuti e si può ripresentare per diversi giorni.

Cos’è la nevralgia trigeminale?
“Questo disturbo dipende dall’infiammazione del nervo trigemino, il quinto e il più grande dei nervi cranici che si suddivide in tre segmenti: nervo oftalmico, mascellare e mandibolare. Le fibre motorie hanno il compito di controllare i muscoli implicati nella masticazione, mentre le fibre sensitive trasmettono le informazioni relative a temperatura, dolore e tatto provenienti da tutta la metà frontale del capo (bocca compresa) e anche dalle meningi”.

Come si cura?
“La nevralgia trigeminale essenziale è una malattia di interesse neurologico e neurochirurgico. Sebbene non vi sia un rimedio sicuro al 100 per cento, il medico può scegliere un trattamento leggero o l’intervento chirurgico. Nei casi già trattati con Carbamazepina o Dintoina senza successo è possibile ipotizzare un trattamento chirurgico. La scelta dell’idoneo trattamento chirurgico dipende dalle condizioni generali e dall’età del paziente, infatti spesso si tratta di persone anziane, dalla lunghezza della storia clinica e dai reperti neuroradiologici, come per esempio la NMR, risonanza magnetica nucleare, con studio angiografico del circolo cerebrale.
Si può intervenire per mezzo di metodiche percutanee, eseguite a livello della cute come per esempio la termolesione del Ganglio di Gasser, l’alcoolizzazione del Ganglio di Gasser o la compressione mediante palloncino. Queste terapie possono essere effettuate con sicurezza e in anestesia generale di breve durata. Si tratta di interventi che mirano a ridurre la frequenza di scarica del nervo trigemino, garantendo mediamente delle buone risoluzioni del dolore in almeno i due terzi dei casi. Inoltre non presentano effetti collaterali o complicanze particolari e sono ripetibili a distanza”.

L’intervento chirurgico
“Se invece per mezzo della NMR si individua come causa della nevralgia un “conflitto” tra il decorso anomalo di un’arteria intracranica (in genere la cerebellare antero inferiore) ed il nervo stesso, è possibile ricorrere a un intervento conosciuto come decompressione in fossa posteriore secondo Jannetta, in grado di eliminare il conflitto.
Questa metodica è un vero e proprio intervento chirurgico con i rischi e le complicanze tipiche di un intervento intracranico. Peraltro in questi casi i risultati in termini di riduzione della nevralgia sono sicuramente migliori proprio perchè viene eliminata la causa diretta della nevralgia trigeminale. Il caso specifico del paziente dovrebbe pertanto essere valutato attentamente in questa prospettiva”.

A cura di Lucia Giaculli

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