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Ildegarda, medico secondo natura

15/01/2003

Ildegarda di Bingen, personaggio unico e straordinario di un Medioevo vivo e vitale, che scalza luoghi comuni banali e superficiali sul ruolo della donna in un’epoca rivisitata con molta fantasia. E’ lei la protagonista di questo articolo che ci porterà alla scoperta di una donna dalle molte qualità.

Un po’ di storia
Certo lei fu speciale fin da piccola: nata nel 1098, ebbe subito il dono straordinario di andare oltre i confini della normalità; è rimasto famoso l’episodio che la vede indicare alla nutrice un vitellino bianco con delle macchie “sulla fronte, le zampe e la groppa” che tuttavia doveva ancora nascere, essendo ancora nel ventre della madre! A otto anni, secondo il costume del tempo fu affidata ad una nobile religiosa, Jutta di Spanheim. Dopo un’accurata educazione, di sua volontà, poco più che adolescente, scelse di rimanere nel monastero. Inizierà così, secondo i canoni austeri della vita monastica dell’epoca, la sua avventura di donna consacrata, i cui doni davvero soprannaturali rimbalzeranno per tutto il mondo allora conosciuto. Consigliera di vescovi e nobili, in corrispondenza con papa Eugenio III e con l’imperatore Federico Barbarossa, predicatrice dal pulpito delle principali cattedrali tedesche, la fama mai tributata prima di allora ad una donna non la distolse dalla sua condizione di monaca umile e devota, consapevole di dover rendere conto dei sui “doni” attentamente amministrati.

Talenti soprannaturali
Non si possono ignorare i talenti soprannaturali che si sposavano in lei con una sapienza accresciuta dallo studio. Altre donne, nella loro condizione di consacrate in quel Medioevo che qualcuno si ostina ancora a considerare l’”epoca dei secoli bui”, hanno lasciato ai posteri la testimonianza del loro sapere. In questa sede interessa ricordarla, non tanto per le sue profezie, i sui poemi, le sue composizioni musicali raccolte in cd di grande successo, ma per le sue intuizioni dell’uomo e della medicina. Uomo visto come parte di una relazione ecologica ante litteram, afflitto dal “male di vivere” che lo può isolare pericolosamente, malattia intesa come rottura dell’equilibrio fra corpo e spirito. Tesi avanzate per la sua epoca, e per di più provenienti da una rappresentante di quel sesso che attirava la misoginia degli uomini. Le terapie della monaca sono state sperimentate nel corso dei secoli. A tutt’oggi la clinica ildegardiana e i cultori della sua opera, soprattutto di area tedesca e americana, si ispirano oltre che ai rimedi alle suggestive ricette, raccolte in un libro in circolazione da qualche anno: Danile Maurin-Jany Fournier Rousset, “Le ricette della gioia”, Ed. Segno.
Nel grande monastero di Bingen un gruppo di scrivani fu costituito proprio per scrivere i volumi che Ildegarda continuò a dettare fino alla morte, avvenuta nel 1179. Questa produzione in campo scientifico è ampia quanto il desiderio di soccorrere le sofferenze del prossimo: Herbora semplicium, Causae et curae e l’opera in nove volumi, Physica, la base per secoli della fitoterapia.

Precorreva i tempi con le sue intuizioni
La conoscenza prodigiosa della natura di Ildegarda si accompagna a termini che oggi possono sorprendere. Ma non bisogna dimenticare l’arco di tempo storico in cui Ildegarda vive, con l’assenza di valutazioni in cifre per noi fondamentali, compensata in abbondanza, dal desiderio di equilibrio, propugnato con quella “medicina dolce” che anche oggi attira un po’ tutti. Rimedi elementari, semplicistici? Per Ildegarda la natura è una riserva inesauribile e le considerazioni a noi sembrano ovvie, perché abbiamo dietro alle spalle secoli di scoperte e studi.

Cosa dicono di lei
Scrive Régine Pernoud nel suo libro Storia e visioni di Santa Ildegarda: “Percorrere le opere di Ildegarda, sia che si tratti della Medicina semplice o della Medicina composita… offre un’immensa varietà di lezioni di vita di ogni sorta, per non parlare della riscoperta di una dimensione poetica della natura… non è meno interessante constatare, attraverso la varietà di questa botanica, come certe produzioni siano scomparse, senza dubbio per colpa di un rendimento insufficiente, in un tempo in cui prevale soltanto il criterio economico… Nel leggere le opere di medicina di Ildegarda, si riscopre così una parte insospettata del nostro ambiente…”
Ildegarda è attenta a tutto ciò che può rendere l’uomo sereno; tisane e decotti, digiuni purificatori, attenzione alla stanchezza celebrale, a mantenere la salute, con l’aiuto della natura che è una risorsa inesauribile.
“Ildegarda ci fa apprezzare le virtù ignorate di ciò che ci circonda: piante, animali, erbe, alberi.La lettura del libro Sottigliezze della natura ci svela possibilità insospettate, poteri segreti che sono diventati del tutto estranei al nostro mondo”.

A cura di Cristina Borzacchini

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