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Zika, donazioni di sangue sotto controllo per evitare rischi d’infezione

02/09/2016

Colloqui dettagliati con i donatori, nessuna donazione per chi ritorna da Paesi a trasmissione locale di Zika o per chi ha riferito rapporti sessuali con partner a rischio infezione o già infettati, anche probabilmente. Sono queste le misure di prevenzione della trasmissione del virus Zika mediante trasfusioni di sangue già adottate e che restano valide, come fa sapere il ministero della Salute.

L’attenzione sui rischi di contagi di questo tipo è cresciuta negli Stati Uniti dopo l’ufficializzazione della trasmissione locale del virus Zika in alcuni Stati e Territori, dalla Florida a Porto Rico. Pertanto la Food and Drug Administration ha raccomandato di rafforzare nel Paese le misure per la prevenzione della trasmissione attraverso trasfusioni. In particolare è stato raccomandato l’impiego dei test molecolari sul sangue donato e sulle sue componenti, come le piastrine. I test permettono di rilevare la presenza di diversi virus.

(Per approfondire leggi qui: Il virus Zika è arrivato anche sulla spiaggia di Miami)

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I 63 casi registrati sono stati tutti “importati” da Paesi in cui il virus è presente. La sorveglianza resta alta con le misure di prevenzione sulle zanzare possibili vettori del virus. Inoltre, fa sapere il ministero, il Centro nazionale Sangue ha confermato la validità delle misure già previste per evitare la trasmissione trasfusionale di Zika. E quindi: acquisizione di informazioni precise sul donatore con particolare riferimento ai viaggi e applicazione del criterio di sospensione temporanea per i donatori che abbiano soggiornato nelle aree interessate dalla circolazione del virus o che riferiscano rapporti con partner sessuali “a rischio di infezione da Zika oppure con infezione probabile o confermata”.

(Per approfondire leggi qui: Zika, stop all’epidemia fra tre anni?)

Al momento, dice l’Organizzazione mondiale della Sanità, sono 69 i Paesi e i Territori che dal 2015 hanno confermato casi di infezione da Zika virus, quasi esclusivamente nei due continenti americani. Un recente studio apparso su Lancet Infectious Diseases e condotto dal St Michael’s Hospital di Toronto (Canada) ha stimato in 2,6 miliardi di persone le popolazioni a rischio tra Africa e Paesi dell’Asia Pacifica. Questo per la presenza di zanzare-vettore e per le condizioni climatiche favorevoli a una trasmissione locale del virus. Particolarmente esposte per i flussi di persone che vi transitano sarebbero India, Indonesia, Filippine e Thailandia.

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