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Germania, trovato pesticida nella birra: è pericoloso per la salute?

02/03/2016

Birra al glifosato. L’Istituto per l’ambiente di Monaco, in Germania, ha condotto dei test su 14 noti marchi di birra rilevando la presenza di glifosato, un diserbante ampiamente usato in agricoltura. Ma sui rischi per la salute, e dunque sulla pericolosità di questa sostanza, gli esperti sono divisi.

I livelli di glifosato variano da 0,46 a 29,74 microgrammi per litro arrivando così a sfiorare 300 volte la soglia consentita dalla legge per l’acqua potabile, ovvero 0,1 microgrammi. All’istituto di Monaco ha replicato il Brf, l’omologo tedesco del nostro Istituto superiore di Sanità. Sebbene da un punto di vista scientifico sia plausibile che la birra contenga residui di glifosato, le dosi rilevate sono comunque così basse da non essere pericolose, dicono i rappresentati del Brf.

In particolare, aggiungono, anche i livelli maggiori comunicati dall’istituto di Monaco sono talmente residuali che per ingerire quantità di glifosato pericolose per la salute, un adulto dovrebbe bere circa 1000 litri di birra al giorno. 30 microgrammi per litro non rappresentano un pericolo per la salute, conclude il Brf.

Le autorità sanitarie internazionali sono discordi sui rischi per la salute associati al glifosato. Lo Iarc di Lione, affiliato all’Organizzazione mondiale della Sanità, ha inserito questo pesticida tra le sostanze “probabilmente cancerogene”, come la carne rossa ad esempio. L’Efsa, l’Autorità per la sicurezza alimentare, ha concluso invece che è improbabile che il glifosato sia genotossico, ovvero che danneggi il DNA, o che rappresenti una minaccia di cancro per l’uomo. Pertanto non ha proposto di classificarlo come cancerogeno.

Al di là dei pareri specialisti sulla birra al glifosato, di fronte a notizie del genere cosa può fare un consumatore?

Purtroppo non possiamo avere la certezza assoluta che in tutta la filiera della produzione alimentare non ci siano frodi o adulterazioni. Tuttavia ciascuno di noi ha disposizione delle armi per potersi tutelare, osservano i professionisti di Humanitas.

I consigli sono quelli di leggere per bene l’etichetta e di acquisire tutte le informazioni rilevanti sulla provenienza dei prodotti. Un po’ bisogna fidarsi e prestare la giusta attenzione negli acquisti: anche se non possiamo dirci sicuri che un prezzo maggiore sia il segnale di una maggiore qualità del prodotto, può essere più vero il contrario, che un prezzo molto più basso difficilmente è sinonimo di prodotto di qualità.

(Per approfondire leggi qui: Expo, frodi e crimini alimentari una minaccia anche per la salute)

Infine, dobbiamo essere coscienti del peso che il marketing ha nel settore della grande distribuzione alimentare, anche quando acquistiamo prodotti biologici o presentati come tali. Per essere davvero certi di avere tra le mani un prodotto biologico dovremmo fare acquisti personalmente e direttamente da un agricoltore che segue per bene tutta la normativa vigente nel nostro paese.

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