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Cure e farmaci

Morbillo, arrivano a sei i decessi nel 2018

08/10/2018

Sono entrambi adulti, non vaccinati, gli altri morti per il morbillo. Altri due casi (in Sicilia) che, sommati ai precedenti, alzano a quota sei i decessi nel 2018 per questo morbo. Lo ha segnalato l’ultimo bollettino sulla malattia dell’Istituto Superiore di Sanità che ha rese note anche le età delle vittime. Si tratta di una persona di 51 anni e una di 29. “In tutti i casi – si legge sul documento ufficiale – la causa del decesso è stata una grave insufficienza respiratoria o un arresto cardio circolatorio. Tutti i casi erano non vaccinati al momento del contagio”. Abbiamo commentato la notizia con la dottoressa Elena Azzolini, assistente medico della Direzione medico sanitaria di Humanitas.

 

I casi

Dal 1 gennaio al 31 agosto 2018 sono stati segnalati in Italia 2.248 casi di morbillo: di cui 126 nel mese di luglio e 66 nel mese di agosto 2018. L’88,5% dei casi si è verificato in 7 Regioni, con in testa la Sicilia (1.116 casi) che ha riportato l’incidenza più elevata (333 casi per milione di abitanti). L’età mediana dei casi è stata pari a 25 anni. Sono stati segnalati 429 casi in bambini di età inferiore a 5 anni, di cui 138 avevano meno di 1 anno. Il 91,1% dei casi era non vaccinato al momento del contagio, il 5,5% aveva effettuato una sola dose. Il 48,9% dei casi ha sviluppato almeno una complicanza, prosegue il documento, e il 59,4% dei casi totali è stato ricoverato. Sono stati segnalati 98 casi tra operatori sanitari, di cui 52 con complicanze (53,1%).

 

Grillo: “L’obbligo di vaccino non basta a prevenire”

“L’epidemia di morbillo in corso nel nostro Paese dimostra come obbligare alle vaccinazioni può essere necessario, ma non è sufficiente a fini della prevenzione”. Lo ha affermato il ministro della Salute, Giulia Grillo, al question time in Senato. “Infatti – ha sottolineato il ministro – l’aumento di coperture che l’obbligo ha prodotto nelle generazioni dei nuovi nati non ha interrotto la diffusione della malattia”. Questo, secondo Grillo, perché l’eliminazione del morbillo richiede l’attuazione di un complesso di interventi, descritti in un Piano già disponibile e che è stato tuttavia “colpevolmente dimenticato” dal 2011, oltreché non finanziato. Insomma, secondo il governo, per interrompere l’epidemia occorre promuovere la vaccinazione tra gli operatori sanitari per garantire le occasioni di contatto con i servizi sanitari e occorre potenziare molto la comunicazione sociale.

 

Le nuove misure

L’intenzione del Ministro della Sanità ora è quella di aggiornare rapidamente il “Piano Morbillo” e proporre al Governo e alle Regioni di assumersi impegni concreti, trasformando le raccomandazioni del Piano in azioni finanziate e verificabili. L’auspicio è che siano previste iniziative concrete: potenziare i servizi vaccinali, rendere operativa l’anagrafe nazionale, monitorare le coperture e gli eventi avversi e finanziare adeguatamente la spesa.

 

Il parere e le azioni di Humanitas

“I casi siciliani non ci colgono di sorpresa – ha commentato la dottoressa Azzolini -: non si tratta di una emergenza, ma di un problema acuto già ampiamente preannunciato, in cui l’Italia sta raggiungendo quasi un record mondiale in termini di casi e di decessi. La Lombardia è da anni tra le prime 5 regioni che riportano la maggioranza dei casi in Italia (Dato Epicentro). Fino a poco tempo fa in Humanitas non era possibile verificare rapidamente lo stato immunitario del personale sanitario mancando una mappatura capillare dello stato vaccinale dei nostra dipendenti o una sorveglianza attiva con l’esecuzione di esami sierologici. Pertanto, provati dall’epidemia del 2017 in cui abbiamo gestito 37 casi che a loro volta hanno generato centinaia di esposti sia tra gli assistiti che tra il personale sanitario, abbiamo elaborato una nuova procedura per la sorveglianza attiva dei casi sospettati di morbillo e pianificato un piano di sorveglianza volto ad identificare gli operatori suscettibili di contrarre l’infezione da morbillo e ad offrire la vaccinazione per prevenire la trasmissione intraospedaliera, in ottemperanza alle disposizioni regionali e ministeriali. Prima abbiamo mappato le aree critiche, il pronto soccorso e la onco-ematologia, poi a partire dal 15 maggio 2018 è partita una campagna di sensibilizzazione che ha esteso lo screening a tutto il resto del personale sanitario, oltre che al personale che durante la propria attività lavorativa può entrare in contatto con i nostri pazienti, come la squadra letti, il personale della ristorazione, la Croce Rosa”.

“Il risultato – ha proseguito la specialista -? Dall’attivazione del piano di sorveglianza abbiamo mappato oltre 3000 lavoratori, di cui circa il 10% è risultato non immune. A partire dalle aree più a rischio, ai lavoratori suscettibili è stata dunque proposta la vaccinazione anti-morbillo. Ad oggi sono stati vaccinati 124 lavoratori.

Possiamo, dunque, affermare che il nostro personale sanitario è mappato quasi al 100% e che questo incredibile risultato ha fatto sì che, all’ultimo caso sospetto di morbillo dello scorso agosto, siamo stati in grado nell’arco di pochissimi minuti di verificare lo stato immunitario del personale esposto e di procedere entro 24h alla somministrazione del vaccino per chi a rischio. E’ un risultato davvero soddisfacente, per il quale ringraziamo il Laboratorio Analisi e il Servizio di Medicina Preventiva per il grande impegno profuso e tutto il personale che si è reso disponibile. Ovviamente l’attività non si esaurisce qui e proseguiremo con la sorveglianza per tutto il personale neo-assunto e con attività di formazione sul rischio infettivo e biologico e sul corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuale”.

 

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