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I-Doser, la nuova droga virtuale che si ascolta

19/09/2018

Lo “sballo” arriva solo ascoltando. La nuova droga virtuale si chiama I-Doser per funzionare non ha bisogno di essere fumata o ingerita. Bastano un paio di cuffie e un mp3. L’effetto arriva dall’effetto “binaurale dei suoni” (‘binaural beats’) che stimola il cervello su frequenze bassissime, tra i 3 e i 30 Hertz, innescando le più diverse reazioni e sollecitando l’attività cerebrale in maniera anomala. La nuova droga virtuale sembra uscita da un racconto di fantascienza, eppure è reale. I suoni particolari emessi dai file, prima gratuiti e poi a pagamento, offrono infatti effetti psichedelici pari a quelli delle droghe. Abbiamo parlato di questo nuovo fenomeno con il dottor Vincenzo Tullo, neurologo di Humanitas.

 

Un fenomeno che arriva dagli Usa

Il fenomeno, nato negli Usa e arrivato in Europa, si sta già diffondendo anche in Italia. Le community online, blog e forum, sono i luoghi di spaccio della cyber-droga, che ora è finita anche sotto la lente degli esperti del Cnr che avvertono “le sue potenziali insidie sono ancora tutte da indagare”.

“Questi suoni a bassissima frequenza – spiega Michelangelo Iannone dell’Istituto di scienze neurologiche (Isn) del Cnr di Catanzaro – non vengono somministrati ‘tal quali’, ma sono il risultato della complessa tecnica dei ‘battiti binaurali’, che riesce a produrre una frequenza così bassa da due frequenze udibili, ma che posseggono una minima differenza”.

 

Un mercato simile a quello tradizionale

Si inizia ad usare i file gratuiti, giusto per provare. Dopodiché, l’effetto dipendenza, convince qualcuno a comprare anche i file a pagamento, più potenti e sofisticati. Insomma, nulla di nuovo da questo punto di vista. Il mercato delle nuove droghe sembra funzionare esattamente come quello delle più tradizionali sostanze.

 

Quali conseguenze per il sistema nervoso?

Sui ‘binaural beats’ e sulle conseguenze sul sistema nervoso esiste una discreta letteratura scientifica internazionale che prova come queste onde abbiano un effetto sugli esseri umani. Ancora tutto da approfondire. Ma che ci sia, non v’è dubbio.

“Al momento attuale non è stata data una prova scientifica degli effetti da dipendenza sul cervello – ha spiegato il dottor Tullo -. Tuttavia esistono alcuni settori per i quali i toni binaurali potrebbero essere utili, senza ancora prove sperimentali definitive, sui disturbi psicologici, potenziamento della memoria e cura per il tabagismo e alcolismo”.

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