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Prevenzione

Tumore al seno, anche la menopausa tardiva fa aumentare il rischio

02/02/2018

Il legame tra la vita riproduttiva di una donna e il rischio di tumore al seno, la neoplasia più frequente nel sesso femminile in Italia, è molto stretto. Le probabilità di insorgenza di un tumore mammario, infatti, aumentano in associazione a diversi fattori: non solo la precocità del menarca, ovvero la prima mestruazione, ma anche l’ingresso tardivo in menopausa. «Menarca e menopausa sono i due elementi che inaugurano e chiudono la storia riproduttiva della donna. L’estensione di questo periodo fertile può avere ripercussioni sul rischio di tumore al seno», ricorda il dottor Andrea Sagona, chirurgo senologo di Humanitas Cancer Center.

Più diagnosi, meno decessi

Per il 2017 l’Associazione italiana di Oncologia medica ha stimato più di cinquantamila diagnosi di tumore al seno, la neoplasia che causa inoltre più decessi per tumore fra le donne. Negli ultimi anni però la tendenza è leggermente aumentata per quanto riguarda l’incidenza, ma è in diminuzione per quanto riguarda la mortalità. Questa forma di neoplasia resta saldamente al primo posto fra i tumori più diffusi nelle donne. Lo è in tutte e tre le fasce d’età: fino ai quarantanove anni, dai cinquanta ai sessantanove e poi dopo i settant’anni.

Se si guarda all’incidenza per fasce d’età, si nota come questa sale fino agli anni della menopausa, quindi nella fascia 50-55 anni, per poi rallentare prima di ricominciare ad aumentare dopo i sessanta. Questo andamento è suggestivo della relazione tra la durata del periodo fertile e il rischio di malattia oncologica. Il menarca precoce e la menopausa tardiva sono due tra i fattori di rischio associati alla vita riproduttiva della donna assieme, ad esempio, all’età della prima gravidanza a termine dopo i trent’anni o alla nulliparità (il non aver avuto figli).

Ormoni e tumore al seno

Come è già stato ampiamente rilevato dalla ricerca scientifica, a mediare tra l’aumento di rischio e la durata del periodo fertile della donna è l’esposizione agli ormoni steroidei prodotti dalle ovaie che agiscono direttamente sullo sviluppo e la funzione della mammella. I suoi tessuti sono dunque continuamente e progressivamente stimolati dall’azione di questi ormoni.

Uno studio pubblicato su Lancet Oncology – una corposa revisione di più di cento studi epidemiologici con dati riferiti a poco meno di 119 mila donne con tumore al seno – ha correlato il rischio di neoplasia mammaria alla menopausa tardiva oltre che al menarca precoce. «Si è visto come il rischio oncologico aumentava in maniera significativa in caso di menarca precoce e per ogni anno in più di periodo fertile, quindi», ricorda il dottor Sagona.

Da sottolineare che l’aumento di rischio di sviluppare un tumore mammario era più alto per il menarca precoce che per la menopausa tardiva, probabilmente dovuto alla stimolazione eccessiva della ghiandola mammaria in una fase critica dello sviluppo della stessa.

La prevenzione

Nei limiti del possibile, la donna è in grado di ridurre le probabilità di insorgenza del tumore al seno controllando i fattori di rischio modificabili e facendo attivamente prevenzione anche partecipando ai programmi di screening: «Classicamente a cadenza biennale le donne che hanno superato i cinquant’anni, e fino ai sessantanove, possono infatti sottoporsi a mammografia secondo le disposizioni dello screening nazionale. Questo periodo di tempo è stato ampliato, comprendendo donne dai 45 ai 74 anni, visto l’aumento dei casi anche in età più giovane e il rischio ancora presente dopo i 69 anni. La diagnosi precoce è importante per rendere più favorevole il decorso di una eventuale patologia».

«Ciascuna donna, sin dall’adolescenza, dovrebbe condurre uno stile di vita sano e attivo cercando di controllare il peso corporeo, evitando sovrappeso e obesità, mantenendo un’alimentazione salutare e bilanciata, evitando l’abitudine al fumo di sigaretta, evitando o limitando il più possibile il consumo di bevande alcoliche (soprattutto in età adolescenziale, dove i danni dell’alcool sul tessuto mammario sono maggiori), cercando di mantenere un’attività fisica aerobica regolare», conclude il dottor Sagona.

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