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Prevenzione

Colesterolo, nuove linee guida: quello “cattivo” mai sopra i 100

30/08/2016

Per il colesterolo mai oltre i 100. Indipendentemente dal rischio, il livello di colesterolo “cattivo” LDL nel sangue non dovrebbe mai superare i 100 mg/dL. Lo dicono le nuove linee guida presentate nel corso del congresso della Società Europea di Cardiologia che si sta svolgendo in questi giorni a Roma.

“È fondamentale avere un target di colesterolo entro 70-100, non ci sono più controversie su questo punto. Questo vale per tutti, anche per quei soggetti che hanno valori di norma molto alti per ipercolesterolemia familiare”, spiega Francesco Romeo, presidente della Società Italiana di Cardiologia.

Il colesterolo LDL (un acronimo che sta per Lipoproteine a bassa densità) è comunemente definito “cattivo” perché rappresenta un fattore di rischio per la salute cardiovascolare. Un alto livello di questo colesterolo favorisce infatti l’aterosclerosi, ovvero l’accumulo di sostanze come trigliceridi e, appunto, colesterolo comportando il restringimento del canale dei vasi. Il colesterolo cattivo ha un gemello “buono”, il colesterolo HDL (lipoproteine ad alta densità), chiamato lo “spazzino del sangue” perché aiuta a smaltire l’LDL dalla circolazione. Ma il primo passo per tenere basso il livello di questa forma pericolosa di colesterolo – entro i 100 come riferito dai cardiologi – è condurre uno stile di vita sano.

(Per approfondire leggi qui: Il colesterolo? Non si abbassa misurandolo…)

Il colesterolo è il killer delle arterie?

«Che elevati livelli di colesterolo fossero nemici delle arterie provocando aterosclerosi e trombosi con conseguenti infarti, ictus cerebrali e arteriopatia periferica è stato sospettato e poi confermato da tempo; che i parametri da tenere in considerazione siano i livelli di colesterolo totale ma anche i livelli della sua frazione ” buona” HDL e di quella ” cattiva” LDL è una informazione nota e ben conosciuta; che bambini con elevati livelli di colesterolo, totale e LDL, siano candidati a diventare adulti che sviluppano aterosclerosi e le sue complicanze più gravi è stato confermato da numerosi studi epidemiologici. Quindi è il colesterolo il killer delle arterie?», chiedono i professionisti di Humanitas.

«La risposta è sì – aggiunge – se circola nel nostro sangue a livelli elevati (totale e LDL) soprattutto se per lunghi periodi. Ma la risposta esatta è ” non il solo”: diventa un nemico molto aggressivo quando si allea con altri complici, come la glicemia elevata o la pressione del sangue alta e non riconosciuta, quindi non curata. Le malattie cardiovascolari si manifestano nella stragrande maggioranza dei casi quando più fattori di rischio come quelli indicati sono presenti a lungo contemporaneamente, e in alcune persone in età più precoce che in altre, perché la familiarità e la predisposizione genetica giocano un ruolo importante».

Bene eliminare i fattori di rischio come il fumo di sigaretta e la sedentarietà

«Se osserviamo il problema con un approccio globale ci rendiamo conto che questi fattori sono riconoscibili ed eliminabili, con l’attività fisica, con la riduzione e il controllo del peso, con un’ alimentazione equilibrata povera di grassi, soprattutto cotti e di origine animale, con l’astensione dal fumo di sigaretta, con il controllo e l’eliminazione dello stress prolungato. Ognuno di noi ha un proprio personale profilo di rischio, simile a quello di altri, ma non identico: focalizzare l’attenzione su un singolo fattore, come il colesterolo, è necessario ma può essere fuorviante: così come affidare la salute delle proprie arterie, del cuore e del cervello solo ai farmaci rischia di distogliere l’attenzione dalla necessità di correggere uno stile di vita che dipende da noi, che può essere modificato, che può cambiare in modo significativo la nostra probabilità di evitare o allontanare un infarto, un ictus, un evento da aterosclerosi e trombosi. Quanto prima, tanto meglio», concludono gli specialisti.

(Per approfondire leggi qui: Colesterolo? Attenti al piatto!)

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