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Tiroide, il sale iodato la chiave per evitare disfunzioni

18/05/2015

Otto giorni sotto i riflettori per un’attenzione duratura. Dal 18 al 25 maggio si celebra la Settimana mondiale della Tiroide, iniziativa promossa da diversi soggetti del mondo scientifico, tra cui l’Associazione italiana della Tiroide per sensibilizzare la pubblica opinione sull’importanza del sale iodato nella prevenzione delle malattie della tiroide.

«Lo iodio è un elemento essenziale per il corretto funzionamento della tiroide perché rappresenta il principale costituente degli ormoni tiroidei. Secondo il network Eurreca della Commissione Europea, lo iodio è tra i dieci micronutrienti fondamentali per mantenere un buono stato di salute e l’Organizzazione mondiale della Sanità ha identificato nella carenza iodica una delle prime dieci emergenze di salute pubblica. La principale fonte di iodio è l’alimentazione, ma poiché il contenuto iodico degli alimenti è mediamente insufficiente, è necessario provvedere ad una integrazione mediante il consumo di sale iodato. Poco, per evitare ricadute sulla pressione arteriose, ma in quantità sufficienti a fornire la corretta quantità di iodio», spiega il dottor Andrea Lania, responsabile dell’U.O. di Endocrinologia dell’Istituto Clinico Humanitas.

L’Organizzazione mondiale della Sanità ha fissato a 150 microgrammi al giorno la quantità di iodio da assumere in media per un adulto, ma ci sono delle categorie di persone più sensibili alla carenza di questo micronutriente. «È il caso dei neonati e dei bambini in cui lo iodio è fondamentale per lo sviluppo psico-fisico e delle donne in gravidanza», prosegue il dottor Lania. «Nel 2004 sempre l’Oms ha evidenziato come il 40% dei bambini europei tra i 6 e i 12 anni sia senza adeguato apporto iodico. Durante la gravidanza poi, il fabbisogno di iodio aumenta fino a 250 microgrammi al giorno sia per sopperire a una maggiore perdita di questo micronutriente con le urine sia per fornire al feto lo iodio necessario per la produzione di ormoni tiroidei».

 

In alcuni Paesi la profilassi iodica ha portato alla completa eradicazione del gozzo

Ma quali sono i disturbi alla tiroide che derivano dalla carenza di iodio? «Il gozzo, ovvero l’aumento delle dimensioni della ghiandola e la formazione di noduli sono le conseguenze dirette della carenza di iodio. L’importanza di questo fenomeno è confermato dall’osservazione che la presenza di gozzo e noduli tiroidei è riscontrabile fino al 40-50% della popolazione qualora si sottoponesse a uno screening ecografico. E se consideriamo che la profilassi iodica ha portato alla completa eradicazione del gozzo in alcuni Paesi europei come la Svizzera e i Paesi scandinavi, ecco perché iniziative come la Settimana della Tiroide sono le benvenute», sottolinea lo specialista.

Ma la supplementazione iodica può essere fatta solo utilizzando il sale iodato? «In alcuni Paesi industrializzati è stato scelto il sale come fonte di supplementazione di iodio. Altrove si sono scelte altre strade. In Cina, per esempio, viene fortificato il tè mentre in in Romania si utilizza l’olio iodato».

Facendo nostro lo slogan della Settimana Mondiale della Tiroide “Poco sale ma iodato, la prevenzione delle malattie tiroidee si fa mangiando sano”.

 

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