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Prevenzione

I raggi uv delle lampade causano tumori della pelle?

14/04/2015

È arrivato il momento di dire apertamente che i raggi ultravioletti sono causa di tumore alla pelle e di passare all’azione per la prevenzione. L’appello alle autorità arriva da uno studio di Robert P. Dellavalle del Centro sul Cancro dell’Università del Colorado. La prassi da seguire è la stessa del 1964, quando l’allora Capo del Servizio sanitario pubblico, un organo sotto la direzione del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti, sostenne che il fumo provocava il cancro ai polmoni. Dopo l’annuncio diminuirono gradualmente sia il numero dei fumatori sia quello dei tumori ai polmoni.

Così come il cancro ai polmoni, anche il tumore alla pelle soddisfa otto dei nove criteri impiegati dalla comunità scientifica per dar prova di una relazione causa/effetto. A luglio l’attuale Capo del Servizio sanitario pubblico ha parlato di un aumento del rischio correlato all’abbronzatura, ma secondo Dellavalle è più facile far capire che le lampade abbronzanti causano il cancro piuttosto che far passare il messaggio dell’associazione tra due fenomeni. Il suo studio è pubblicato su American journal of preventive medicine.

La comunità scientifica è concorde nel riconoscere i raggi uv, soprattutto delle lampade abbronzanti, come una causa di tumore alla pelle, sia melanomi sia carcinomi. Sotto accusa finiscono principalmente lampade e lettini. Dalle lampade deriva una quantità di raggi ultravioletti 7/10 volte maggiore di quelli del sole in una giornata estiva. Alcuni Stati come Brasile e Australia le hanno vietate, chissà se anche l’Europa prima o poi non adotti un provvedimento simile. Gli Stati Uniti sono molto sensibili al tema perché l’abbronzatura artificiale è un’abitudine dura a morire, a differenza dell’Italia dove invece è andata decadendo.

 

Raggi uv e tumori della pelle, i 9 criteri della relazione causa/effetto

Ma quali sono le condizioni soddisfatte per sostenere questo rapporto causa/effetto?

  1. forza dell’associazione: il rischio di tumore sale del 16% in chi si è sottoposto all’azione dei raggi uv delle lampade
  2. consistenza: il legame tra i due fenomeni è evidente in ogni nazionalità e popolazione
  3. specificità: l’esistenza di questa relazione uno-a-uno è assodata da tempo
  4. temporalità: sembra ovvio ma è stato appurato che l’esposizione ai raggi uv deve precedere l’incremento del rischio
  5. relazione dose-effetto: più si fuma, più il rischio aumenta. Secondo Dellavalle ogni seduta al lettino abbronzante in più all’anno fa aumentare dell’1,8% il rischio di melanoma
  6. plausibilità: è certamente plausibile che i raggi uv causino il cancro: penetrando nell’epidermide inducono alterazioni del Dna delle cellule e promuovono la formazione del tumore
  7. coerenza: i dati di laboratorio e gli studi epidemiologici danno gli stessi risultati
  8. esperimento: i ricercatori hanno usato le radiazioni uv in modelli sperimentali per causare il cancro alla pelle. Ma così come non è etico incoraggiare le persone a fumare per dimostrare che il fumo causi il cancro, lo è anche indurle ad abbronzarsi. Come nota il ricercatore, l’incapacità di testare gli effetti delle radiazioni uv è un argomento usato dall’industria della “tintarella” per smentire le voci sul legame tra raggi uv e tumore
  9. analogia: tra chi ha un tipo di pelle più sensibile ai raggi uv e si scotta più in fretta, ci sono tassi maggiori di tumore. Per analogia si può sostenere che più ci si scotta più alto è il rischio.

 

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