Se un ammalato di Ebola arriva in Italia siamo pronti ad assisterlo? Un’esercitazione per testare le procedure da adottare in caso di arrivo di un paziente ammalato di Ebola si è svolta ieri all’aeroporto di Malpensa. Un Boeing 767 militare che garantisce il trasporto in bio-contenimento assoluto, un’ambulanza speciale, uno staff di personale medico e infermieristico sono stati gli attori dell’esercitazione organizzata a Malpensa dall’Aeronautica militare, che ha simulato l’arrivo di un paziente colpito da Ebola. Dopo una prima fase di accoglienza la “finta paziente” è stata trasportata all’ospedale Sacco di Milano che, insieme allo Spallanzani di Roma, è il Centro di riferimento per la cura dei pazienti con infezioni gravi e contagiose, dove è stata sottoposta a prelievi e a tutte le procedure di assistenza. «I pazienti che potrebbero essere accolti nelle strutture per ora operative – ha spiegato Ranieri Guerra, direttore generale della Prevenzione e salute del ministero della Sanità – sono quindici-venti».
Che cosa fare se si sospetta un contagio del virus di Ebola? Clicca qui per scoprirlo.
Ma in termini di diffusione del virus di Ebola in Italia si sta solo creando allarmismo ingiustificato o è giusto preoccuparsi? Clicca qui per vedere l’intervista al dottor Giuliano Rizzardini, primario del reparto di Malattie Infettive dell’Ospedale Sacco di Milano.
*(foto fonte Ansa)