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Prevenzione

Humanitas, ospedale a misura di donna

07/07/2009

La salute della donna è un punto centrale del benessere della famiglia e della società. Humanitas ha progettato una serie di percorsi e di spazi per accogliere le pazienti e offrire loro il meglio sul fronte della prevenzione, della diagnosi e della terapia.

Una delle strategie più promettenti della medicina moderna è creare una stretta sinergia tra specialisti di diversi settori, che assieme si prendono carico non solo della situazione clinica del paziente, ma anche di tutti gli aspetti della sua esistenza che possono essere influenzati dalla malattia.
Un simile approccio è particolarmente efficace nell’affrontare una serie di problematiche femminili e sta portando alla creazione di veri e propri percorsi diagnostici e terapeutici dedicati alle donne.
In questo senso Humanitas sta concentrando i suoi sforzi su tre settori specifici: la senologia, la ginecologia e le malattie osteometaboliche. Si tratta di ambiti che rivestono un’enorme importanza, per le dimensioni del fenomeno, per il loro impatto fisico e psicologico e per la rilevanza che hanno sul piano familiare e sociale. All’interno dell’Istituto sono, infatti, in fase di perfezionamento tutti gli aspetti tecnici, organizzativi e strutturali necessari allo sviluppo di questi percorsi. Alcuni dei protagonisti di questo processo raccontano cosa sta accadendo e quali saranno le novità per i pazienti.

Breast Unit: un team di superspecialisti per sconfiggere il tumore al seno
“Il tumore alla mammella è una malattia di grande rilevanza sociale – osserva il dottor Corrado Tinterri, responsabile dell’Unità Operativa di Senologia di Humanitas – e ancora oggi è la prima causa di decesso nelle donne tra i 35 e i 55 anni. Il fenomeno è in aumento soprattutto fra le fasce più giovani ma bisogna considerare che, grazie all’evolversi delle tecnologie e alle campagne di sensibilizzazione e di screening, le neoplasie vengono diagnosticate in fase sempre più precoce. Questi progressi, assieme a quelli compiuti in campo terapeutico, hanno ridotto sensibilmente la mortalità, in particolare in alcuni Paesi”.
In tutte le nazioni europee le donne si ammalano di tumore in percentuali simili, eppure le prospettive di guarigione cambiano profondamente a seconda dell’area geografica. Per questo motivo nel 2003 il Parlamento europeo ha lanciato un’iniziativa per uniformare gli standard terapeutici in questo settore e ha creato un modello assistenziale certificato, secondo i criteri della società europea di mastologia.

“L’obiettivo di questo percorso è la creazione di Breast Unit – precisa il dottor Tinterri – ovvero di unità di Senologia con requisiti molto specifici e con un gruppo di specialisti che lavorano in stretta correlazione. Il nucleo centrale della Breast Unit è costituito da chirurgo senologo, oncologo medico, patologo, radiologo, medico nucleare, oltre che dal chirurgo plastico e dallo psicologo”. Inoltre il gruppo, a seconda dei casi, si avvale della collaborazione di una serie di esperti in settori specifici come il fisiatra, il fisioterapista, il genetista e i terapisti del dolore. “La massima espressione della Breast Unit è il ‘Tumor Board’ – prosegue Tinterri – ovvero una tavola rotonda in cui tutti gli specialisti discutono il singolo caso fino ad arrivare ad una valutazione collettiva. Viene così definito un percorso terapeutico, che tiene in considerazione tutti gli aspetti della patologia che influenzano la vita della paziente”. In questo senso assumono un’importanza sempre più rilevante la figura del chirurgo plastico e dello psicologo, come spiega Tinterri: “L’attività del chirurgo plastico è integrata direttamente nell’intervento demolitivo del tumore, in modo che la paziente si risvegli con una situazione estetica quantomeno identica a quella precedente, se non addirittura migliorata. Gli interventi ricostruttivi fatti in questo contesto non presentano alcun tipo di controindicazione, anzi assumono una grande importanza psicologica. Da questo punto di vista, chi si sottopone alla terapia è sempre supportata da uno psico-oncologo, che la assiste sin dalla fase diagnostica ed è disponibile in ogni momento, anche attraverso un servizio telefonico”.

L’esperienza di Humanitas
All’inizio del 2009 Humanitas ha cominciato la procedura di certificazione come Breast Unit. “All’interno di questo percorso – interviene il dottor Tinterri – non solo stiamo riservando spazi dedicati esclusivamente alla senologia, ma ci stiamo anche equipaggiando con le migliori tecnologie disponibili. Stiamo implementando un sistema di chirurgia radioguidata che consente di identificare e intervenire su lesioni ancora non palpabili, che riguardano il 30% dei tumori alla mammella. Inoltre stiamo approntando soluzioni che vanno ben oltre i requisiti richiesti dalla certificazione. Ad esempio stiamo attivando un avanzato sistema di valutazione del rischio tumorale che integra test ed esami specifici con la storia clinica della paziente per le donne di tutte le età. L’esistenza di un numero sempre maggiore di Breast Unit in Europa permetterà di creare un importante network per la ricerca. La possibilità di condividere una vasta banca dati, con le informazioni di un grande numero di pazienti, consentirà di dimezzare i tempi necessari a completare uno studio clinico”.

Di Carlo Falciola

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