Stai leggendo Perché le donne rischiano di più

Prevenzione

Perché le donne rischiano di più

30/10/2007

Sono le donne a essere maggiormente colpite dall’osteoporosi, in particolare dopo la menopausa, a causa dei cambiamenti ormonali che l’organismo subisce in questo periodo. Vediamo perché è la popolazione femminile a essere più a rischio di fragilità ossea e quali sono i consigli dello specialista. Ce ne parlano gli specialisti ginecologi di Humanitas.

Manca l’estrogeno
“In menopausa viene a mancare l’estrogeno, un ormone prodotto prevalentemente dall’ovaio che è direttamente correlato con il metabolismo osseo. L’osteoporosi è causata da uno squilibrio tra la formazione dell’osso e il suo riassorbimento: la riduzione degli estrogeni è implicata nell’accentuare questo squilibrio, rendendo le donne in menopausa più soggette a perdere massa ossea, senza poi riuscire a ricostituirla. Questo dato deriva da studi effettuati su donne sottoposte all’asportazione delle ovaie a cui, a tempi diversi dalla castrazione, sono stati somministrati estrogeni per verificare la reazione della massa ossea alla mancanza di questo ormone. Si è visto che una terapia estrogenica somministrata tempestivamente è in grado di arrestare la perdita della massa ossea, mentre dopo circa 6 anni diventa molto difficile riuscire a rimediare ai danni dell’osteoporosi solo con la terapia sostitutiva a base di estrogeno.
Va detto comunque che non tutte le donne in menopausa svilupperanno osteoporosi. Oltre a predisposizioni legate ad esempio alla familiarità, al fumo, a un basso peso corporeo, è probabile un possibile difetto nel legame estrogeni-recettori specifici in questo caso a livello osseo in alcuni soggetti, quelli che svilupperanno quindi osteoporosi”.

Ricorrere alla terapia sostitutiva?
“La terapia ormonale sostitutiva, somministrata alle donne in menopausa apporta benefici sia per l’osteoporosi che per l’invecchiamento (cute e mucose). La paura dell’aumento del rischio per il tumore alla mammella, ancora ampiamente in discussione, provoca una minore richiesta e prescrizione con una netta preferenza per preparati ‘alternativi’ derivati dalla soia o dal trifoglio rosso. Il possibile danno cardiovascolare correlato a terapia estrogenica suggerisce di non protrarne l’assunzione oltre i 5 anni. Trattandosi di cure di recente utilizzo mancano ancora studi attendibili sui benefici di questa terapia naturale sull’osteoporosi; l’aggiunta di supporto di calcio e vitamina D cerca di arricchire e completare i nuovi preparati.
La tendenza attuale cerca di prendersi cura della donna in menopausa il più precocemente possibile, prescrivendo una MOC vertebrale e femorale in corrispondenza dei primi salti mestruali, cioè in peri-menopausa, soprattutto se vi è familiarità, cioè se la mamma o una nonna hanno sofferto di osteoporosi. È raro che in peri-menopausa si evidenzi già una fragilità ossea, ma se questo dovesse accadere si può proporre alla paziente la terapia sostitutiva, sempre e solo in mancanza di rischio di tumore alla mammella (assenza di familiarità di primo grado per questo tipo di tumore).
La terapia estrogenica, in assenza di rischio, viene somministrata a quelle donne da poco in menopausa quando la MOC evidenzia un’osteoporosi di grado lieve. I farmaci ormonali vengono solitamente abbinati a somministrazioni di calcio e di vitamina D. Le donne che vanno precocemente in menopausa, cioè prima dei 45 anni, vengono sempre trattate con la terapia ormonale sostitutiva (a meno di controindicazioni particolari), perché la menopausa precoce rappresenta un fattore di rischio aggiuntivo e importante per l’osteoporosi”.

A cura di Elena Villa

Leggi anche:
Cos’è l’epidemia silenziosa
Diagnosi e cura dell’osteoporosi

Articoli che potrebbero interessarti

Non perderti i nostri consigli sulla tua salute

Registrati per la newsletter settimanale di Humanitas Salute e ricevi aggiornamenti su prevenzione, nutrizione, lifestyle e consigli per migliorare il tuo stile di vita