Bere molto per prevenire le infezioni urinarie

Prevenzione, diagnosi e terapie efficaci per le infezioni urinarie. Seconda parte dello speciale di Humanitas Salute realizzato con la collaborazione del dott. Claudio Angelini, nefrologo di Humanitas.

Dott. Angelini, come si possono prevenire le infezioni urinarie?
E’ importante bere molto, almeno un litro, un litro e mezzo di acqua al giorno per prevenire l’infezione. Inoltre questa buona abitudine aiuta a evitare un altro fattore concomitante e favorente le infezioni delle vie urinarie: la stipsi.
Infatti l’ampolla rettale è molto vicina alla vescica, pertanto si può avere una trasmissione per contiguità o per via linfatica di germi dall’ampolla verso la vescica stessa. Tenere quindi, ben pulito l’intestino è una condizione fondamentale per prevenire le infezioni delle vie urinarie.
Un altro consiglio, soprattutto per le donne a rischio, è quello di assumere Vitamina C a cicli. Tale presidio infatti, è privo di effetti collaterali è un ottimo acidificante, l’acidificazione dell’urina predispone a una sorta di difesa dell’Escherichia coli. Quindi l’uso ciclico nella donna anche quando non è in presenza di infezioni, e costante nei pazienti con infezioni recidivanti urinarie, è sicuramente una barriera difensiva importante.

Qual è il trattamento più indicato?
Ai primi sintomi si consiglia la terapia antibiotica. Il germe implicato è nell’80% dei casi l’escherichia coli, un gram -, e va trattato con una terapia mirata. Si inizia con antibatterici fluorochinoloni, come la ciprofloxacina (ciproxin) da 250 o 500 mg al giorno. Una volta si utilizzava l’associazione tra trimetoprim e sulfametoxazolo (bactrim / bactrim forte), ma oggi si preferisce evitare per via dei forti effetti collaterali, e dei ceppi resistenti che si sono creati per via dell’uso smodato. Nel bambino si utilizzano penicilline ad ampio spettro come l’amoxicillina (velamox) 500. La nitrofurantoina (furadantin) è un disinfettante che si può dare in associazione con un altro antibatterico della famiglia delle cefalosporine di terza generazione, quale il cefixima (cefixoral) 1 v al giorno. La cura con l’antibiotico deve durare almeno 7/10 gg. Interrompendolo in 3° giornata si rischia di creare una selezione del ceppo batterico e si possono verificare resistenze alla successiva sovrainfezione o recidiva di infezione, cioè quell’antibiotico che era la nostra arma non ha più effetto.

Ciò cosa comporta?
Un trattamento eseguito in modo improprio determina una batteriuria non risolta.
Se infatti al controllo della successiva urinocoltura, tale esame risultasse nuovamente positivo allo stesso germe, si deve riprendere il trattamento antibiotico completo per tutto il tempo dovuto, tenendo anche in considerazione le norme igieniche dette in precedenza. Un paziente può guarire dalle infezioni alle vie urinarie, ma questa patologia può ripresentarsi dopo 2 mesi. Si definisce l’infezione recidivante urinaria quando si è in presenza di tre/quattro infezioni all’anno sostenute dallo stesso germe. In questo caso puo’ essere utile la cosiddetta terapia “bed-time”, cioè una compressa di antibiotico per 10 giorni al mese prima di andare a letto. Si scioglie nella notte e concentrandosi in vescica rimane per tutta la notte (ciplofloxacina o norfloxacina). Questi tipi di trattamenti si sono dimostrati estremamente efficaci nel debellare le recidive legate all’escherichia coli.

Come si diagnostica?
Nelle infezioni delle vie urinarie la diagnosi si esegue attraverso una accurata anamesi e per mezzo dell’urinocoltura. L’ecografia e le prove urodinamiche aiutano in caso di malformazioni, ma in presenza di cistite nella stragrande maggioranza dei casi sono di poco rilievo.
Se si verificano 2 o 3 episodi consecutivi può essere necessario rivolgersi a ulteriori indagini, in primo luogo l’ecografia, poiché ci potrebbero essere diverticoli o malformazioni vescicali.
Dopo l’ecografia lo specialista può richiedere l’urografia che permette di vedere tutto il decorso dell’apparato urinario quindi anche le fasi minzionali. Ciò permette di controllare che non vi sia un reflusso. Nel corso dell’urografia, per mezzo delle pose urografiche, si può anche vedere il decorso dell’uretra e quindi l’eventuale presenza delle patologie a suo carico. Questo esame si esegue mediante iniezione del mezzo di contrasto e previo adeguata preparazione intestinale.
Tramite una serie di lastre scattate a diversi tempi si valuta la conformazione dei reni, la fase escretoria dei reni e di conseguenza tutto il decorso delle vie urinarie.
Quando il mezzo di contrasto raggiunge la vescica si possono eseguire le pose minzionali per determinare l’eliminazione del contrasto verso l’uretra e l’eventuale presenza di reflusso durante la fase di minzione.
Un altro esame specifico dell’uomo, consigliato specialmente dopo i 50 anni, non invasivo è l’uroflussometria. Con questo esame viene valutata l’intensità del flusso urinario mediante un opportuno rilevatore.
Gli esami di laboratorio sono spesso utili nella diagnosi tra questi si segnalano:
 Es Urine (tappeto di globuli bianchi, e batteri al sedimento urinario accompagnato spesso a reazione ai nitrati positiva)
 Emocromo (> n° di globuli bianchi)
 VES (Velocita’ di eritrosedimentazione) tendenzialmente alta.
 PCR (Proteina C Reattiva) anch’essa può risultare alta
 Funzione renale per mezzo della creatina e dell’azotemia. (quest’ultime raramente si alterano a meno che non sia presente un quadro di pielonefrite acuta o cronica).

La gravidanza viene considerata un momento a rischio, perché?
La gravidanza è una condizione predisponente le infezioni alle vie urinarie perché lo sviluppo soprattutto negli ultimi mesi del feto provoca un’ipotonia una compressione di tutto l’apparato genito-urinario che può causare disturbi come cistiti e pielonefriti. Tramite l’ecografia si valuta il quadro anatomico della paziente e poi si procede con la terapia specifica, cioè indicando farmaci che si possono prendere in gravidanza e che siano in grado di ridurre la sintomatologia dolorosa. Tuttavia si raccomanda sempre anche in gravidanza di mantenere una buona idratazione.

A cura di Lucia Giaculli

Dott. Claudio Angelini: