Lo sai che nel Parkinson 20 minuti di attività fisica al giorno migliorano la mobilità?

Sono poco più di 20 i minuti di regolare attività fisica raccomandati ogni giorno per mantenere attive e mobili le persone colpite dalla malattia di Parkinson, anche se prima di ammalarsi il paziente tendeva ad avere una vita sedentaria. È quanto emerge da uno studio americano che incontra le indicazioni delle linee guida internazionali anche se, come si è visto, pazienti con sintomi più avanzati beneficerebbero dall’aumentare di 30minuti il tempo dedicato all’attività fisica – spiega il dottor Bruno Bernardini, responsabile di Riabilitazione Neurologica di Humanitas. – Dallo studio infatti è emerso che i pazienti inattivi dimostravano un peggioramento delle loro condizioni di salute facendo registrare un aumento dei tempi in un test chiamato Timed Up and Go molto importante per valutare il grado di mobilità dei pazienti; misurando il tempo in cui il malato di Parkinson impiega per alzarsi da una sedia senza l’ausilio di braccioli, camminare per 3 metri, girarsi e tornare seduti, è possibile valutare il grado di declino della mobilità del paziente su tre parametri: velocità del cammino, equilibrio, capacità posturale. I dati dello studio quindi sottolineano l’importanza dell’attività fisica come terapia nel malato di Parkinson, rientrando, insieme alla terapia farmacologica e alla fisioterapia, tra i trattamenti sintomatici per il paziente parkinsoniano. Far praticare attività fisica significa proporre al paziente la partecipazione a corsi di gruppo condotti fuori dagli ambienti sanitari da personal trainer specializzati, oppure andare in piscina, partecipare a gruppi di nordic walking. Particolarmente utile si è rivelato il tai-chi, una disciplina che lavora sull’equilibrio e su movimenti lenti per i muscoli di tutto il corpo. Il beneficio dell’attività fisica si ripercuote, infine, anche sull’efficacia della fisioterapia quando questa diventa necessaria a fronte della disabilità del paziente.

Dott. Bruno Bernardini: