Stai leggendo Triade dell’atleta femminile, un rischio per la salute delle giovani sportive

Alimentazione

Triade dell’atleta femminile, un rischio per la salute delle giovani sportive

07/03/2018

Se vissuto in maniera distorta lo sport può nascondere alcune insidie per la salute. Una di queste riguarda da vicino le giovani ragazze ossessionate dall’idea di magrezza e dalla volontà di successo. È la triade dell’atleta femminile, una condizione in cui possono presentarsi in associazione i disturbi dell’alimentazione, le alterazioni del ciclo mestruale e la fragilità ossea. Se il prezzo da pagare per avere successo nella disciplina che si sta praticando è in termini di salute, allora è necessario intervenire per correggere questo approccio alla pratica sportiva. Una giovane atleta che vuole dimagrire a tutti i costi ha male interpretato l’associazione tra sport e benessere.

Il rischio è maggiore per alcuni sport in cui viene enfatizzata la magrezza, anche per ragioni estetiche, dalla ginnastica al pattinaggio alla danza, oppure per quelle discipline in cui gli atleti vengono suddivisi in base al peso, le arti marziali per esempio.

Un danno all’equilibrio ormonale

A innescare la triade dell’atleta femminile è l’inadeguato apporto di calorie a fronte delle richieste nutrizionali associate allo sport. L’attività fisica è infatti uno degli elementi che determinano il fabbisogno calorico di un individuo come anche l’età o il sesso, per esempio. L’apporto calorico per una ragazza adolescente è di circa 2400 Kcal al giorno ma se si fa sport bisogna assicurarsi un adeguato apporto calorico per far fronte alle maggiori richieste funzionali. La preoccupazione di accumulare peso corporeo in eccesso, quindi la volontà di raggiungere determinate soglie di peso definite in maniera del tutto arbitraria, può indurre una ragazza che fa sport a incamerare meno calorie.

Le sue abitudini potranno assumere anche i caratteri tipici dei disturbi dell’alimentazione, come l’anoressia o la bulimia, con il digiuno o una forte restrizione della dieta, l’autoinduzione del vomito, l’assunzione di pillole dimagranti.

Ma a fronte di una scarsa disponibilità di energia possono sorgere problemi di diverso ordine. Possono svilupparsi dei disturbi del metabolismo, delle carenze nutrizionali con un pregiudizio alla crescita e allo sviluppo, può risentirne la stessa prestazione fisica, con una riduzione della forza, della capacità di resistenza, delle abilità fisiche. Si altera poi il ciclo mestruale, che diventa irregolare o si interrompe (si parla, rispettivamente, di oligomenorrea e di amenorrea).

All’introito di calorie sotto il livello di sicurezza e alle alterazioni del metabolismo, nel comporre il quadro della triade dell’atleta femminile, si aggiunge la debolezza ossea. Questo avviene perché nell’organismo si riduce il livello di estrogeni. Sono gli ormoni che svolgono importanti funzioni a cominciare dal metabolismo degli acidi grassi per fornire energia all’organismo fino alla mineralizzazione del tessuto osseo. La ragazza è esposta così al rischio di osteoporosi precoce.

Educazione e informazione

L’alimentazione è dunque il primo ambito in cui agire per prevenire la triade dell’atleta femminile. Oltre a non alimentarsi in maniera adeguata, gli allenamenti vengono condotti in modo scorretto, magari troppo intensamente, sempre sospinti dalla volontà di rientrare in certi canoni estetici o di tagliare certi traguardi. Non è in questo modo che si può avere successo nello sport. L’alimentazione dev’essere equilibrata, con il giusto introito calorico e l’apporto di tutti i principali macronutrienti. Il suo obiettivo dev’essere l’ottimizzazione tra la massa muscolare, quella magra, e la massa grassa, non il dimagrimento eccessivo», sottolinea la specialista.

I segnali da non sottovalutare sono diversi, dalla perdita di peso improvvisa alla definizione di rituali legati all’alimentazione, alle fluttuazioni del peso, dall’eccesso di esercizio fisico alla scarsa autostima, tutti segnali che possono anche indicare un disturbo dell’alimentazione. Una frattura da stress è un altro campanello d’allarme, indice di un osso non sano, così come le alterazioni del ciclo mestruale. Se necessario è bene rivolgersi a un esperto in nutrizione o a uno specialista in disturbi alimentari.

Tutti i soggetti coinvolti, dalla famiglia agli allenatori, devono agire di concerto per evitare l’insorgenza di questa sindrome e intervenire tempestivamente per far fronte a eventuali problemi. In primo luogo bisogna evitare di aumentare la pressione sulle ragazze, educarle ad avere un rapporto sereno con il proprio corpo e con l’idea della competizione, senza porre troppa attenzione sul peso o su una certa immagine di bellezza verso cui tendere.

Articoli che potrebbero interessarti

Non perderti i nostri consigli sulla tua salute

Registrati per la newsletter settimanale di Humanitas Salute e ricevi aggiornamenti su prevenzione, nutrizione, lifestyle e consigli per migliorare il tuo stile di vita