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Attività fisica, “effetto Olimpiadi” scarso: è pandemia di sedentarietà

04/08/2016

Da Londra 2012 a oggi, vigilia di Rio 2016, più Paesi hanno cercato di promuovere l’esercizio fisico ma con pochi progressi sui livelli di attività fisica della popolazione. L’ “effetto Olimpiadi” sarebbe dunque modesto mentre per la sedentarietà è ormai pandemia a livello globale.

Con i Giochi olimpici e paralimpici brasiliani ai nastri di partenza, un team della University of California San Diego School of Medicine (Stati Uniti) ha fotografato quanto è stato fatto nei quattro anni precedenti, dopo le ultime Olimpiadi di Londra, per favorire l’attività fisica. L’articolo è stato pubblicato su Lancet. Dal 2012 più Stati hanno adottato politiche a sostegno dell’attività fisica ma in poco più di 1 caso su 2 i piani di sorveglianza e di interventi anti-sedentarietà sono stati resi operativi. I progressi ci sono stati ma le evidenze di questo lieve miglioramento sono scarse, dice uno dei ricercatori coinvolti nello studio.

(Per approfondire leggi qui: Attività fisica, basta solo 1 minuto per avere benefici?)

Nel mondo il 23% degli adulti e ben l’80% degli adolescenti in età scolare è fisicamente inattivo, fanno sapere gli autori. I maschi si muovono di più delle donne, mentre gli anziani sono la fascia d’età più incline all’inattività. Ecco perché si può parlare di pandemia. In Italia l’Istat ha recentemente diffuso i dati sull’attività fisica: nel 2015 circa il 40% della popolazione di almeno 3 anni ha dichiarato di non praticare sport né attività fisica nel tempo libero.

Quali conseguenze hanno sulla salute questi bassi livelli di attività fisica?

L’inattività fisica ogni anno fa 5,3 milioni di morti, lo stesso numero attribuibile a fumo di sigaretta e obesità. L’inattività e la sedentarietà portano a un peggioramento delle malattie croniche del metabolismo, sono un fattore di rischio di ipertensione e diabete, di rischio cardiovascolare e della sindrome metabolica. La sedentarietà spesso è accompagnata dalla tendenza ad assumere posture scorrette: così si mette a rischio l’apparato muscolare e osteoarticolare, spiegano i professionisti di Humanitas.

Inoltre, aggiungono i ricercatori, sempre annualmente quasi 300mila nuovi casi di demenza potrebbero essere evitati se la gente facesse movimento. Altri studi hanno osservato i benefici che l’attività aerobica dà a livello cerebrale valutando, ad esempio, le performance cognitive con dei test di intelligenza. Ora sappiamo che questo tipo di attività fisica fa davvero bene a tutto l’organismo, non solo a muscoli, ossa, metabolismo e sistema cardiocircolatorio.

(Per approfondire leggi qui: Cancro, con l’attività fisica si prevengono 13 tipi di tumore?)

Se la tendenza relativa all’attività fisica dovesse essere confermata, conclude Lancet, l’obiettivo dell’Organizzazione mondiale della Sanità di ridurre i livelli di sedentarietà del 10% entro il 2025 sarebbe irraggiungibile. Possibile sperare in un positivo “effetto Rio 2016”?

Speciale Olimpiadi Rio 2016:

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