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Quando la spalla va k.o.

03/05/2004

La spalla è l’articolazione più mobile del corpo umano, per questo, inevitabilmente, è anche la meno stabile. “La lussazione di spalla è quindi un evento possibile per tutti”, ricorda il dottor Alessandro Castagna, specialista in Chirurgia della spalla presso Humanitas.
Ma certamente è un problema più comune nei giovani, in particolare sportivi e magari un po’ “spericolati”.

Dottor Castagna, cos’è una lussazione anteriore di spalla?
Quando l’articolazione gleno-omerale della spalla (formata dalla sfera della testa dell’omero e dal piatto della glena della scapola) è ruotata traumaticamente in avanti ecco che la testa omerale scivola al di fuori della zona d’appoggio e si verifica la cosiddetta “lussazione anteriore di spalla”. Se la sfera della testa omerale scivola solo parzialmente al di fuori tornando poi spontaneamente al suo posto allora si è verificata una “sub lussazione”.

Chi è a rischio di lussazione?
La lussazione si verifica con maggiore frequenza nei giovani fisicamente attivi, generalmente al di sotto dei 30 anni. Quando la lussazione si verifica in persone di più di 30 anni essa si associa in generale ad altre patologie della spalla come fratture di strutture ossee o cartilaginee, o alla rottura dei tendini dei muscoli della “cuffia dei rotatori” (i muscoli responsabili della rotazione interna ed esterna del braccio).Vi sono anche persone che nascono con spalle “lasse” (cioè spontaneamente predisposti alla instabilità) e che sono conseguentemente soggette con una maggiore frequenza a sub lussazioni o lussazioni in assenza anche di traumi esterni significativi.

Come si verifica una lussazione?
Generalmente i traumi che causano una lussazione si verificano con il braccio all’altezza, o al di sopra, della spalla, come nella posizione che si assume per lanciare un sasso o la palla nel baseball, cioè in posizioni in cui sul braccio si applicano forze che lo spingono violentemente in dietro. In alcuni casi si verificano lussazioni quando due persone si aggrappano l’una all’altra per evitare una caduta o quando si effettuano cadute sulla propria spalla.

Quali strutture si danneggiano con una lussazione?
Quando la testa omerale è forzata ad uscire anteriormente dalla sua nicchia d’appoggio sulla glena della scapola, generalmente si osserva il danneggiamento del punto d’inserzione del legamento che dovrebbe tenere in posizione la testa omerale, questo in soggetti fino ai 25 anni circa. Il punto d’ancoraggio di questo legamento è chiamato “labbro glenoideo”, una specie di “guarnizione” della spalla. Quando il labbro glenoideo viene distaccato dalla struttura ossea sottostante esso tende a tornare in posizione e a cicatrizzare sull’osso spontaneamente ma talvolta in una posizione viziata che gli fa perdere l’efficacia della sua funzione.
Quando la lussazione accade in persone oltre i 30 anni il trauma generalmente coinvolge il legamento oltre che il labbro. Anche in questi soggetti può avvenire una spontanea cicatrizzazione senza grossi problemi con semplici misure terapeutiche di tipo conservativo. Inoltre durante una lussazione, le enormi forze che spostano la testa omerale di fuori della sua nicchia sulla glena fanno si che la testa omerale entri in contatto violento con il margine osseo anteriore della glena causando molto di frequente una frattura della testa omerale (detta lesione di Hill Sachs). Anche il margine anteriore della glenoide può essere fratturato in questo tipo di trauma. Generalmente si tratta di una piccola frattura, ma può essere anche di grandi dimensioni, soprattutto se l’osso è soffice.

Qual è il corretto trattamento per una lussazione?
Quando la spalla lussa per la prima volta è opportuno provvedere a riposizionare la testa omerale nella sua sede il più rapidamente possibile onde evitare il danneggiamento di nervi e di strutture ossee. Ad ogni ulteriore lussazione aumenta la probabilità che vengano irrimediabilmente danneggiate le superfici articolari o le strutture ossee o quelle legamentose. Ciò può portare, come generalmente accade, allo sviluppo di processi artritici a carico dell’articolazione.
Il corretto trattamento di spalle affette da condizioni d’instabilità cronica è rappresentato da un intervento chirurgico con il quale si provvede a far cicatrizzare nuovamente il legamento distaccato in quella che è la sua fisiologica sede sull’osso. Questo tipo d’intervento è spesso necessario nei giovani al di sotto dei 25 anni che hanno altrimenti nuove lussazioni nel 90% dei casi. In persone oltre tale età è forse più opportuno tentare prima di stabilizzare la spalla con un periodo di riposo seguito da fisioterapia.
Una seconda lussazione rappresenta una chiara indicazione per un intervento chirurgico di riparazione.

Come viene effettuato l’intervento chirurgico?
La riparazione chirurgica del legamento distaccato può essere effettuata nella maggior parte dei casi per via artroscopica. Nei casi in cui i legamenti si siano staccati dalle loro sedi in maniera ampia e grave o siano molto allungati od anche associati a frattura del bordo glenoideo, allora si può rendere necessario un intervento “a cielo aperto”, attraverso un’incisione di 5-7 centimetri effettuata sulla cute anteriore della spalla.

Quali sono i vantaggi ed i rischi di una riparazione artroscopica?
I vantaggi dell’intervento per via artroscopica riguardano l’assenza di grosse cicatrici, modestissimo dolore, ridottissimi tempi di ricovero, ritorno ad una maggiore ampiezza del movimento dell’arto, minimi rischi d’infezione.
Con il migliorare della tecnica artroscopica la maggior parte dei chirurghi ritiene oramai che gli ottimi risultati ottenibili con l’intervento “a cielo aperto” (95%) possano oramai essere ottenuti anche per via artroscopica.

Quale è il trattamento post operatorio?
In ambedue i casi il trattamento post operatorio precoce è il medesimo cioè l’immobilizzazione della spalla per tre settimane mediante un apposito sistema di sospensione (“sling”). Immediatamente vengono però iniziati esercizi per la mobilizzazione della mano, polso e gomito. Dopo tre settimane viene rimosso il sistema che immobilizza la spalla e vengono iniziati esercizi di mobilizzazione passiva e di “pendolo”; durante la giornata potrà comunque essere utilizzato lo “sling” per far riposare l’articolazione. Dopo 4-5 settimane possono essere iniziati esercizi in piscina. La mobilizzazione attiva inizia intorno alla 6° settimana con esercizi di leggera tonificazione muscolare. Al 3° mese sono possibili anche esercizi con pesi liberi o macchine da palestra ed anche per gli atleti esercizi complessi (ed a rischio) come il lancio. Al 6° mese possono essere effettuate tutte le attività desiderate.

La lussazione di spalla è un trauma che può capitare a tutti. “Lo specialista risponde” di settembre è dedicato alla diagnosi e alla cura della spalla. Alle vostre domande risponderà il dottor Alessandro Castagna.

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A cura della Redazione

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