Quanto e come deve dormire un bebè? Il sonno del neonato non è uguale a quello dell’adulto o dei bambini già svezzati. Ecco perché la federazione italiana medici pediatri ha stilato alcune regole che aiutano i neo genitori a far dormire bene il bambino nei primi mesi di vita e a garantire anche a loro stessi la miglior qualità del sonno possibile. Si tratta di semplici ma utili accorgimenti che permetteranno al neonato di riposare nel modo corretto e ai genitori di sentirsi più tranquilli. Ne abbiamo parlato con il dottor Marco Nuara, pediatra di Humanitas.
Il sonno del neonato
Nelle primissime settimane di vita un neonato dorme in media 16 ore al giorno. In questa fase, il ritmo sonno-veglia è piuttosto irregolare e si caratterizza di solito con una veglia leggermente più prolungata di notte. Quando è ancora nel grembo infatti il neonato ha l’abitudine di dormire di giorno, quando la madre è in attività, rimanendo invece sveglio di notte. Ecco perché dopo la nascita tende a proseguire con questa abitudine.
In questa prima fase alcuni pediatri consigliano di non lasciar dormire troppo a lungo il neonato, interrompendo i sonnellini superiori alle 4-5 ore, soprattutto in caso di scarso aumento di peso.
Con la crescita, il ritmo sonno-veglia tenderà progressivamente a sincronizzarsi con l’ambiente esterno, orientandosi verso una veglia più prolungata di giorno ed un sonno più duraturo di notte.
Parola d’ordine: regolarità
I neonati si abituano molto velocemente alle situazioni. Ecco perché dargli la giusta routine fin dall’inizio è molto importante.
“La prima cosa da tenere a mente è la posizione della nanna: i neonati devono dormire sempre a pancia in su, posizione che previene la cosiddetta morte in culla – raccomanda il dottor Nuara -. Per lo stesso motivo è importante che il lattante dorma sempre nel suo lettino, posizionato nella stanza dei genitori. In questo modo egli assocerà sin dai primi tempi questo luogo al momento della nanna. Seppur sia normale che un lattante si addormenti al seno materno, alla lunga può risultare controproducente che il piccolo si addormenti in braccio o in un luogo diverso dal suo letto”.
“Anche instaurare di una sorta di rituale per la nanna può favorire l’acquisizione di ritmi regolari – prosegue il pediatra -. Adottare degli orari regolari, abbassare le luci, limitare le attività e i rumori, una musica in sottofondo o la ninna nanna recitata dal genitore mentre il piccolo è in procinto di addormentarsi può aiutarlo ad identificare che è il momento giusto per abbandonarsi al sonno”.
Pazienza e flessibilità
Non esistono ritmi o regole che vadano bene per ogni bebè. Ogni bambino appena nato ha infatti ritmi di sonno-veglia diversi. Per questo i pediatri suggeriscono ai genitori di essere pazienti e di sintonizzarsi sui ritmi del bambino, osservandone ogni variazione.
D’altra parte è anche vero che il ritmo sonno-veglia non è automatico nel bebè ma viene acquisito con il trascorrere dei mesi. È bene quindi non aspettarsi da subito che il bambino dorma per tutta la notte, una condizione che potrà arrivare con la crescita e con la regolarizzazione dei pasti.
“Tenendo comunque presente che è fisiologico che il bambino, nei primi 3 anni di vita, possa avere diversi risvegli durante la notte – precisa Nuara -. Bisogna invece segnalare al pediatra curante se il bambino presenta un sonno disturbato, lamentoso, non ristoratore”.
Cosa fare in caso di sonno disturbato
Se il neonato presenta disturbi del sonno la cosa migliore da fare è consultare il pediatra al fine di escludere patologie e farsi consigliare la strategia migliore da mettere in atto. Ma nella stragrande maggioranza dei casi il sonno dei neonati è naturalmente disturbato e inframezzato da risvegli che possono essere o meno segnale di un disagio.
I genitori non dovrebbero correre ad ogni risveglio notturno ma attendere qualche istante prima di precipitarsi sulla culla, soprattutto se il bambino ha gli occhi chiusi. Se il pianto prosegue allora è bene controllare che il bambino non stia segnalando qualche esigenza. Evitare, se possibile, di accendere la luce di alzare la voce. È meglio tenere un tono di voce basso e rilassante, in modo da calmare il bambino nella sua culla, prima di prenderlo in braccio.