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Reni e urologia

Tumore alla prostata: aumentano i casi in USA. Qual è la situazione in Italia?

25/05/2018

Il numero di casi di tumore prostatico negli Stati Uniti torna a crescere dopo un lungo periodo di oltre vent’anni in cui era diminuito sia il numero di casi sia di morti per tumore alla prostata. A rivelarlo, i dati del recente “Annual Report to the Nation on the Status of Cancer 2018” pubblicato dalla rivista Cancer. «I dati non dicono chiaramente se l’aumento di casi è correlato a una minore adesione dei maschi agli screening per il tumore alla prostata . sottolinea il dottor Alberto Saita, urologo dell’Ospedale Humanitas. – Tuttavia, negli USA, è da anni acceso il dibattito tra i medici sull’utilità di rilevare il dosaggio di PSA (antigene prostatico specifico) negli uomini dopo i 50 anni, perché non è un marcatore specifico per il tumore alla prostata».

 

Qual è la situazione in Italia?

Sebbene il tumore alla prostata sia il tumore solido maligno più comune nei maschi, secondo la Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) e l’Associazione Italiana dei Registri Tumori (AIRTUM), nel 2017 in Italia sono diminuiti i casi di tumore alla prostata, e si registra un aumento della sopravvivenza. «Sono dati che confermano sia l’adesione agli esami di screening, e quindi il trattamento precoce di eventuali lesioni neoplastiche – spiega il dottor Alberto Saita -, sia l’uso di indagini diagnostiche tecnologicamente avanzate, e trattamenti terapeutici innovativi. E’ vero che l’analisi dei livelli di PSA nel sangue non rappresenta un dato diagnostico sensibile per il tumore alla prostata; tuttavia, la sua misurazione permette al medico di indirizzare il paziente verso un percorso di approfondimento diagnostico. Si tratta infatti di valori che possono variare a causa di diversi fattori quali l’età, le dimensioni della prostata (ipertrofia prostatica benigna), la presenza di infiammazioni (prostatiti) e non necessariamente solo in presenza di una neoplasia».

 

Diagnosi di tumore prostatico: nuovi parametri ed esami

Quando si parla di tumore alla prostata, ancora oggi il PSA è l’esame più noto. «Insieme al PSA – continua l’esperto – la diagnosi include anche la visita urologica con esplorazione rettale, fondamentale nello studio della prostata, e l’ecografia. Oggi però, il più facile accesso alla risonanza multiparametrica sta prendendo sempre più piede per la precisione diagnostica. Questo, sta togliendo spazio ad altri marcatori, tra cui i più specifici [-2]proPSA e il PHI (indice di salute prostatica) che possono però avere un ruolo specialmente nel monitoraggio di pazienti già sottoposti a biopsie multiple ma con permanenti alti livelli di PSA».

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