Reni e urologia

Insufficienza renale cronica: che cos’è e come si previene

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L’insufficienza renale si verifica quando i reni non svolgono adeguatamente la funzione di depurare l’organismo, regolare l’equilibrio di liquidi e sali e produrre gli ormoni necessari, a causa di un danno irreversibile che persiste per almeno tre mesi. 

Questa condizione può essere causata sia da malattie renali primarie che da altre patologie come diabete, ipertensione, ipercolesterolemia e malattie autoimmuni reumatiche.

Come prevenirla? Ne parliamo con il dottor Enzo Corghi, nefrologo presso Humanitas San Pio X e presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care di Arese.

Insufficienza renale: i fattori di rischio

L’insufficienza renale è una condizione che interessa circa il 10% degli adulti in tutto il mondo, ma può raggiungere il 15-30% tra la popolazione anziana. Tra i maggiori fattori di rischio vi sono:

  • genetica
  • storia familiare 
  • età avanzata 
  • obesità 
  • abuso di alcol, droghe e farmaci 
  • fumo 
  • malattie autoimmuni 
  • alcune patologie comuni come il diabete mellito, l’ipertensione e l’ipercolesterolemia.

Il diabete può causare danni renali a causa dell’aumento del livello di glucosio nel sangue, che nel tempo danneggia la struttura renale e riduce la loro capacità di filtrare selettivamente il sangue, eliminando scorie, sali e liquidi in eccesso, portando alla progressiva insufficienza renale.

L’ipertensione rappresenta un fattore di rischio poiché la pressione arteriosa elevata danneggia le pareti dei vasi sanguigni, rendendoli più rigidi. I reni, che sono gli organi più vascolarizzati del corpo, ne risentono in modo particolare, sviluppando una malattia renale cronica. Inoltre, le malattie renali possono a loro volta causare ipertensione, poiché i reni regolano la quantità di liquidi e sali circolanti per mantenere la pressione arteriosa entro limiti regolari: quando i reni non funzionano adeguatamente, la corretta regolazione della pressione arteriosa diventa impossibile.

L’ipercolesterolemia, ovvero il livello elevato di colesterolo nel sangue, può anche compromettere la salute renale, poiché favorisce l’aterosclerosi, cioè la formazione di placche che ostruiscono il lume dei vasi arteriosi, esponendo il paziente al rischio di infarto miocardico, ictus e ostruzione delle arterie che portano sangue ai reni, riducendo la loro capacità di funzionare regolarmente.

I fattori di rischio delle malattie renali sono infatti in gran parte sovrapponibili a quelli delle malattie cardiovascolari.

Insufficienza renale cronica: si può prevenire?

Per prevenire la progressione dell’insufficienza renale cronica, è essenziale individuare precocemente i pazienti a rischio, in particolare coloro che presentano patologie quali ipertensione, diabete e ipercolesterolemia. 

È possibile correggere i fattori di rischio modificabili, come la pressione sanguigna, la glicemia e i livelli di colesterolo, al fine di ritardare la progressione della malattia renale.

Inoltre, è importante evitare l’eccessiva assunzione di sale, proteine animali, zuccheri semplici e grassi saturi, praticare regolare attività fisica, non fumare e non eccedere con il consumo di alcol. L’abuso di alcuni farmaci, come antinfiammatori, diuretici e lassativi, deve essere evitato.

Nei casi di diabete, è fondamentale mantenere i livelli di glicemia sotto controllo attraverso la dieta e l’uso dei farmaci, alcuni dei quali possono aiutare a contrastare il danno renale. 

Nell’ipertensione arteriosa, è indicato mantenere la pressione sanguigna nei limiti di norma mediante uno stile di vita adeguato e l’uso di farmaci, soprattutto se è presente proteinuria. Queste stesse considerazioni valgono anche per l’ipercolesterolemia e l’obesità.

Per contrastare l’anemia, è importante evitare carenze di ferro e di vitamine, assumendo supplementi farmacologici se necessario. In caso di mancato miglioramento, può essere necessaria l’amministrazione di eritropoietina. L’acidosi metabolica può essere corretta attraverso l’assunzione di piccole quantità giornaliere di bicarbonato di sodio.

Funzionalità dei reni: quali esami fare?

Per valutare la funzionalità renale si può effettuare la misurazione della creatinina nel sangue, che è una sostanza prodotta dai muscoli e la cui quantità circolante è proporzionale alla capacità depurativa del rene. Valori elevati di creatinina, in assenza di danno muscolare, indicano una riduzione della funzionalità renale.

Inoltre, l’esame chimico-fisico delle urine è fondamentale per rilevare la presenza anomala di sangue, proteine o altri segni di malattia renale. Questo esame può essere effettuato su un campione di urine raccolto al mattino.

In una persona con fattori di rischio, soprattutto se anziana, è consigliabile effettuare un controllo annuale della funzionalità renale.

Si deve prestare attenzione quando i valori di creatinina superano quelli considerati normali e/o quando nelle urine sono presenti quantità di proteine, sangue o segni di infiammazione superiori a quelli fisiologici.

Come si diagnostica l’insufficienza renale cronica?

L’insufficienza renale cronica è definita come un aumento della creatinina nel sangue che persiste per almeno tre mesi. In aggiunta, l’esame ecografico dell’apparato urinario può essere utile per valutare le dimensioni e le caratteristiche strutturali dei reni, che in caso di insufficienza renale cronica risultano solitamente ridotte di volume.

Che cos’è la dialisi e a cosa serve?

La dialisi è un trattamento essenziale per sostituire la funzione renale quando la malattia raggiunge uno stadio avanzato e non compatibile con la sopravvivenza, che si verifica tipicamente quando la perdita di funzionalità renale supera il 90% dell’originale. La dialisi è in grado di purificare il sangue dalle scorie in eccesso e di riequilibrare la presenza di acqua e sali minerali nell’organismo. 

Tuttavia, per mantenere una qualità di vita vicina alla normalità, la dialisi deve essere ripetuta periodicamente e accompagnata da una dieta adeguata che richiede alcune restrizioni e da una complessa terapia farmacologica.