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Gravidanza

Come prevenire la toxoplasmosi in gravidanza

10/06/2021

La toxoplasmosi è una zoonosi, ovvero un’infezione dovuta al microrganismo Toxoplasma gondii, che spesso si contrae senza rendersene conto; infatti i sintomi non sono né specifici né allarmanti, per di più generici, come stanchezza, mal di testa, mal di gola, malessere diffuso. Una volta presa, l’infezione conferisce immunità per tutta la vita.

Se però la toxoplasmosi viene contratta in gravidanza, l’infezione può venire trasmessa da madre a figlio mediante la placenta e può essere un pericolo per il nascituro. Il rischio di trasmissione è più basso nei primi mesi di gravidanza, ma i rischi sono molto alti: aborto spontaneo, danni al sistema nervoso, malformazioni, lesioni a vista e udito. Negli ultimi mesi di gravidanza è più facile che il toxoplasma raggiunga il feto, ma i rischi a carico del bambino sono meno gravi.

Ne parliamo con il dottor Alessandro Bulfoni, Responsabile di Ostetricia e Ginecologia in Humanitas San Pio X.

Il toxo-test in gravidanza

Il toxo-test è uno dei primi esami proposti o alle donne che provano ad avere un figlio o che sono in attesa. Con un prelievo del sangue infatti è possibile individuare la presenza o meno degli anticorpi contro il toxoplasma (immunoglobuline IgM e IgG). Se i risultati sono negativi, la gestante non ha mai contratto l’infezione e pertanto dovrà adottare alcune precauzioni per tutta la durata della gravidanza. 

Il toxo-test verrà eseguito altre volte nel corso della gravidanza, al fine di tenere sotto controllo la situazione e rilevare un’eventuale infezione per tempo. In caso di risultati positivi invece, la paziente è già entrata in contatto con il toxoplasma e quindi è immune e non occorre che adotti alcuna precauzione.

Le regole di prevenzione

Si può contrarre la toxoplasmosi a seguito dell’ingestione del parassita, che può essere presente nella carne di animali infetti (bovini, ovini, suini), nelle feci di gatto e nel terreno in cui abbia defecato un animale infetto.

La toxoplasmosi si può prevenire mediante alcuni accorgimenti.

  • Non mangiare carne cruda, né al sangue. Accertarsi sempre che la carne sia ben cotta, anche all’interno, in modo da uccidere l’eventuale microrganismo
  • Mangiare solo salumi cotti, come prosciutto cotto e mortadella. Da evitare salame, prosciutto crudo, speck, bresaola o wurstel, a meno che non siano inseriti in piatti ben cotti.
  • Lavare con cura la verdura fresca, rimuovendo residui di terra e a risciacquando abbondantemente. Per ulteriore sicurezza, se si vuole, si può usare del bicarbonato o prodotti specifici.
  • Lavare con cura la frutta, soprattutto quella che cresce a contatto con la terra.
  • Si può mangiare pesce crudo, come il sushi. Non veicola la toxoplasmosi, ma può essere rischioso per altri tipi di infezioni, pertanto è importante consumarlo solo se precedentemente abbattuto a norma di legge (Regolamento 853/2004 CE), ovvero congelato per almeno 24 ore a meno di 20 gradi al suo interno.
  • Indossare i guanti per i lavori di giardinaggio e lavare bene le mani una volta concluso.
  • Evitare di toccare le feci di gatto e di pulire la lettiera. I gatti possono contrarre la toxoplasmosi e trasmetterla all’uomo: se il gatto è domestico, vive sempre in casa e non è stato adottato dopo un periodo di randagismo, è molto difficile sia un veicolo per il parassita, e in ogni caso il rischio è associato alle feci dell’animale: pertanto è bene evitare di entrarvi in contatto. Laddove non sia possibile far pulire la lettiera a qualcun altro, è consigliabile utilizzare guanti monouso, da buttare una volta finita la pulizia, e lavare bene le mani con acqua e sapone.

Come comportarsi in caso di infezione

Se l’infezione viene contratta nel corso della gestazione, la donna sarà sottoposta immediatamente a terapia antibiotica, al fine di ridurre la trasmissione dell’infezione al feto o – se questa è già avvenuta – cercare di limitare i rischi. 

Si tratta di una strategia terapeutica molto efficace: sono la stragrande maggioranza i bambini nati sani, anche a seguito di toxoplasmosi in gravidanza.

 

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