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Gravidanza

Diabete gestazionale: l’esame per la diagnosi

23/04/2021

In alcune gravidanze, è possibile che le future mamme sviluppino il diabete gestazionale. Questa patologia, che non va sottovalutata, può essere diagnosticata per tempo.

Approfondiamo l’argomento con la professoressa di ginecologia e ostetricia di Humanitas University, Nicoletta Di Simone, specialista in Patologia della Gravidanza di Humanitas San Pio X.

Perché si sviluppa il diabete in gravidanza?

«In gravidanza, la produzione placentare di alcuni ormoni quali l’ormone lattogeno placentare, la prolattina, il progesterone e altri, sono fondamentali allo sviluppo del feto perché assicurano un ampio apporto di nutrienti. In tutte le donne in gravidanza, però, questo e altri cambiamenti metabolici si associano, specialmente durante il secondo e terzo trimestre, a una condizione chiamata insulino-resistenza», spiega la professoressa Di Simone. 

«L’insulina è un ormone prodotto dal pancreas che ha il compito di permettere al glucosio (zucchero) di entrare nelle cellule, dove lo zucchero è la fonte di energia. La maggior parte delle donne durante la gravidanza producono più insulina per compensare e mantenere normale il loro livello di glucosio nel sangue. Alcune donne incinte però non riescono a produrre una quantità adeguata di insulina e il loro livello di glucosio nel sangue aumenta, inducendo una condizione chiamata diabete gestazionale. È importante riconoscere e trattare il diabete gestazionale per ridurre il rischio di complicazioni per la madre e per il neonato».

Diabete in gravidanza: quando fare l’esame?

«L’esame per effettuare una diagnosi di diabete gestazionale viene di solito eseguito in un’epoca gestazionale compresa tra le 24 e le 28 settimane di gravidanza», continua la specialista. 

«In presenza di fattori di rischio quali obesità, pregresso diabete gestazionale e/o pregressa macrosomia (peso neonatale superiore a 4000 grammi), sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) si può effettuare la curva da carico di glucosio tra 16 e 18 settimane di gravidanza perché tutte queste condizioni cliniche aumentano il rischio di sviluppare una patologia diabetica durante la gravidanza ed espongono la donna al rischio di sviluppare un diabete di tipo 2 negli anni che seguiranno la gravidanza, così come di avere un’aumentata incidenza di complicanze cardiovascolari».

La diagnosi di diabete gestazionale

Come spiega la dottoressa Di Simone, «La diagnosi di diabete gestazionale viene effettuata tramite un esame chiamato curva da carico orale con 75 grammi di glucosio. Prima di somministrare alla paziente il glucosio viene effettuato un prelievo di sangue a digiuno per valutare i livelli di glicemia basale; se la glicemia basale è elevata, la curva da carico orale non verrà effettuata. In presenza di valori glicemici inferiori a 92 mg/dl, la paziente potrà bere la soluzione contenente 75 grammi di glucosio ed effettuare prelievi successivi a 1 ora e 2 ore di distanza. Verrà posta diagnosi di diabete gestazionale in presenza di 1 o più valori glicemici superiori a 92 mg/dl a digiuno, superiori a 180 mg/dl a 1 ora o superiori a 153 mg/dl a 2 ore dall’assunzione del glucosio».  

Diabete gestazionale: le possibili complicanze

Tutte le donne in gravidanza dovrebbero fare gli esami del sangue per la valutazione e il monitoraggio della glicemia. Il diabete gestazionale infatti può portare a complicanze quali: 

  • Aborto, un’aumentata concentrazione di glucosio nel sangue materno può determinare un aumentato rischio di aborto spontaneo nel primo trimestre.
  • Aumentata incidenza di macrosomia ovvero partorire un bambino di più di 4 kg di peso, che può aumentare il rischio di lesioni alla madre o al bambino durante il parto, e di polidramnios (aumentata quantità di liquido amniotico) che può aumentare la possibilità di incidenza di un taglio cesareo. 
  • Iposviluppo fetale, alterazioni flussimetriche, alterazione dei tracciati cardiotocografici
  • Preeclampsia o condizioni ipertensive in gravidanza. 
  • Problemi neonatali quali ipoglicemia (bassi valori glicemici) neonatale, alterazioni elettrolitiche, iperbilirubinemia, sindrome da distress respiratorio e policitemia.

«L’obiettivo principale dello screening e trattamento del diabete gestazionale è quello di ridurre il rischio di complicanze. Il primo approccio terapeutico consiste nella dieta, se le condizioni cliniche lo permettono, associata a una regolare attività fisica. Nel caso in cui non si riesca ad ottenere un buon compenso glicemico, si potrà iniziare una terapia con insulina, ormone prodotto dal pancreas, che somministrata sottocute prima dei pasti permetterà il raggiungimento di un buon compenso glicemico», conclude la specialista.

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