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Gravidanza e Coronavirus: facciamo chiarezza

13/03/2020

Cosa sappiamo della trasmissione del virus del Coronavirus in gravidanza? Forse non ancora abbastanza. Sappiamo però che le raccomandazioni per prevenire il contagio da coronavirus devono essere adottate anche dalle donne in gravidanza, per garantire la salute della madre e del bambino.


Cerchiamo di fare chiarezza insieme al dottor Alessandro Bulfoni, responsabile di Ginecologia e Ostetricia di Humanitas San Pio X.

 

Durante la gravidanza quali sono i rischi della donna e del bambino?

La gravidanza determina nella donna uno stato di immunodepressione, che la rende più suscettibile a infezioni di vario tipo, comprese quelle respiratorie, bersaglio del Coronavirus. 

Più della popolazione generale la donna in gravidanza deve fare attenzione ai provvedimenti di prevenzione del contagio. Dovrà quindi lavarsi frequentemente le mani con il sapone, evitare di toccarsi occhi e bocca con le mani, evitare luoghi affollati, tenersi a distanza da persone che presentano sintomi influenzali o respiratori o che potrebbero essere entrate in contatto con il virus.

Come cambiano, se cambiano, le precauzioni in base al periodo gestazionale?

Le precauzioni non cambiano e valgono per ogni periodo gestazionale senza distinzione, sebbene più ci si avvicina al momento del parto, cioè oltre la 24^ settimana, maggiore deve essere l’attenzione della mamma nei confronti della prevenzione.

 

Se il contagio avviene verso la fine della gravidanza è necessario anticipare il parto?

No, ma dipende dalle condizioni cliniche della madre, più che del feto. Infatti una donna può essere positiva al coronavirus, e quindi avere contratto l’infezione, ma essere clinicamente stabile.

Pertanto sarà necessario il ricovero, l’isolamento, e il monitoraggio del benessere materno e fetale se le condizioni del feto lo permettono e le condizioni della mamma richiedono di essere stabilizzate.

 

Se la donna incinta è contagiata, lo è anche il neonato?

Al momento ci possiamo basare sui dati ricavati da un unico studio effettuato in Cina, in cui non è stata dimostrata la presenza del virus né nel sangue cordonale, né nel liquido amniotico, né nel latte materno delle pazienti infette. 

Sembra quindi ragionevole dire che non ci sia un passaggio transplacentare o ematico del virus al feto.

In caso di contagio al momento del parto, è più indicato il parto naturale o il cesareo?

Non c’è una indicazione al taglio cesareo nelle donne affette da infezione da coronavirus, a meno che non siano presenti indicazioni per altri motivi ostetrici.

Il virus non è stato ancora isolato nel sangue cordonale e nel liquido amniotico, e quindi si sceglie la modalità di parto che abbia il minore impatto per la madre, parto naturale compreso. 

 

E per quanto riguarda l’allattamento al seno?

Secondo le recenti indicazioni della Società Italiana di Pediatria, l’allattamento al seno è possibile. Sarà sufficiente adottare precauzioni a seconda se:

  • la mamma è positiva al virus, asintomatica o poco sintomatica. In questo caso può allattare in un’area isolata dedicata al puerperio, adottando tutte le misure di prevenzione adeguate (come lavarsi le mani e indossare la mascherina);
  • la mamma poco sintomatica con accertamento in corso di positività del coronavirus: può allattare tranquillamente;
  • la mamma è positiva e ha sintomi di infezione respiratoria: il neonato viene separato dalla mamma e si utilizzerà il tiralatte.

La produzione di latte sarà modificata dalla separazione momentanea dal neonato?

Le madri che intendono allattare devono essere incoraggiate a praticare la stimolazione del seno e la spremitura manuale per iniziare e mantenere la lattazione. 

Ricordiamo ovviamente che, prima di spremere il latte materno, le madri devono praticare l’igiene corretta delle mani e devono attenersi alle modalità di raccolta e conservazione del latte fornite dai medici pediatri, ostetriche, infermieri.

 

La madre sottoposta ad accertamenti per sospetta covid-19 deve essere separata temporaneamente dal proprio neonato?

I rischi e i benefici della separazione temporanea della madre dal suo bambino vengono sempre discussi con la madre dal team medico specialistico ostetrico e pediatrico.

 

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