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Alimentazione

Perché ridurre il consumo di cibi trattati?

28/02/2018

Sono sempre più forti le evidenze scientifiche che associano il consumo di cibi raffinati a molte patologie diverse, inclusi alcuni tipi di tumore. In particolare, il consumo regolare di cibi raffinati, ovvero alimenti sottoposti a trattamenti di conservazione come salumi, cibi già pronti, affumicati e sottoposti a salatura, ma anche prodotti che prevedono l’uso di conservanti e additivi, cibi ricchi in zuccheri e amidi raffinati, ha dimostrato di aumentare il rischio di tumori al seno e al colon, patologie cardiovascolari come infarto del miocardio, ipertensione, angina e scompenso, e patologie come sindrome metabolica e diabete. Dall’altra parte però esistono anche evidenze scientifiche che dimostrano i notevoli benefici di una dieta sana e di uno stile di vita attivo, nella prevenzione primaria e secondaria anche delle patologie associate al consumo di cibi raffinati. Infatti, ridurre il consumo di questi alimenti e passare a uno stile di vita che preveda cibi freschi come frutta e verdura (compatibilmente con eventuali patologie intestinali), carni bianche e pesce non trattati, legumi e cereali integrali, favorisce l’assunzione di alimenti ricchi di vitamine antiossidanti, sali minerali, proteine e carboidrati importanti per la salute dell’organismo. Inoltre, praticare attività fisica con regolarità, evitando la sedentarietà, ovvero cogliendo ogni occasione possibile per muoversi, favorisce il controllo del peso corporeo, evitando sovrappeso e obesità, contribuisce al mantenimento o sviluppo della massa muscolare e migliora il metabolismo, proprio come fosse un “farmaco” per il benessere e la salute generale.

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