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Alimentazione

Cibo biologico, impariamo a leggere l’etichetta!

15/02/2016

Cibo biologico contenente pesticidi o Ogm, alimenti contraffatti e venduti come cibo bio importati dall’estero. Le frodi alimentari non risparmiano il biologico penalizzando le tante imprese italiane che operano nel settore (circa 45mila agricoltori) ma anche i consumatori, potenziali vittime di questi crimini alimentari. Chi acquista prodotti bio, e vuole farlo in sicurezza, può difendersi imparando a leggere l’etichetta.

Come un consumatore può essere sicuro che quello che sta acquistando è davvero un prodotto biologico? L’abbiamo chiesto alla dottoressa Annalisa Saccardo dell’Area Ambiente e Territorio di Coldiretti.

«La garanzia che ci si trova davanti a un prodotto proveniente da agricoltura biologica è data dall’etichettatura disciplinata dai regolamenti comunitari (834/07, 889/08 e 271/10) e dalla presenza del logo comunitario per i prodotti biologici. Il logo europeo si deve apporre ai prodotti chiusi confezionati ed etichettati, con una percentuale di prodotto di origine agricola bio di almeno il 95% mentre è facoltativo nei prodotti con le stesse caratteristiche ma provenienti da paesi terzi. É proibito infine nei prodotti con un % bio inferiore al 95%».

(Per approfondire leggi qui: Chi consuma cibo biologico è più attento a un’alimentazione sana?)

Facendo acquisti direttamente dai produttori possiamo avere più informazioni sul cibo bio

Tutte le informazioni di cui il consumatore ha bisogno si trovano dunque in etichetta. Così possiamo «identificare la nazione, il tipo di metodo di produzione, il codice dell’operatore, il codice dell’organismo di controllo preceduto dalla dicitura “Organismo di controllo autorizzato dal Mi.P.A.A.F. (ministero per le Politiche agricole, alimentari e forestali)”. Inoltre ora è presente anche il luogo di coltivazione del prodotto. Le indicazioni previste sono: Agricoltura Ue, per prodotti coltivati in uno dei Paesi comunitari; Agricoltura non Ue per i prodotti coltivati in Paesi terzi; Agricoltura Ue / Agricoltura non Ue per i prodotti contenenti materie prime non coltivate in parte in Europa e in parte in Paesi terzi. Se un prodotto è costituito di ingredienti coltivati “solo” in Italia, la dicitura “Agricoltura Ue” può essere sostituita dal nome del Paese, “Italia”».

Naturalmente accanto al logo europeo ci potranno essere loghi privati magari affiancati «da descrizioni e riferimenti testuali che descrivano l’agricoltura biologica, purché tali elementi non mutino o contrastino con quanto stabilito dalle norme vigenti».

(Per approfondire leggi qui: Cibo biologico, è sempre visto come più nutriente?)

Un consiglio per acquisti sicuri potrebbe essere quello di fare spesa direttamente nelle aziende e nelle botteghe. Oltre alla grande distribuzione organizzata, supermercati o negozi specializzati, esistono infatti tanti punti vendita rappresentati dai mercati degli agricoltori e dalle imprese agricole. «In questo senso la rete di ‘farmers market’ costruita da Coldiretti con Campagna Amica ha un ruolo determinante in quanto il contatto diretto tra agricoltori biologici e consumatori consente di far conoscere meglio i prodotti bio ai cittadini che oltretutto possono ricevere informazioni direttamente dal produttore», conclude la dottoressa Saccardo.

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